"Operaicidio", un neologismo oggi inesistente, per definire la strage infinita del lavoro che uccide, è il titolo del libro del pm Bruno Giordano e del giornalista Marco Patucchi che verrà presentato domani martedì 17 giugno alle 11, a “Il barone di Munchausen” di Casteldaccia, nel palermitano.

Tra gli interventi oltre agli autori anche Emanuele Lauria, caporedattore di “la Repubblica” Palermo, Piero Ceraulo segretario generale della Fillea Cgil Palermo, Giovanni Pistorio, segretario generale della Fillea Cgil Sicilia, Francesco Lucchesi, segretario della Cgil Sicilia, e Antonio Di Franco, segretario generale della Fillea Cgil nazionale.

Un’opera che contrasta e supera un racconto meramente numerico e cronachistico, a favore di una visione allargata che contempla anche proposte concrete di intervento e riforma. Guardando inoltre al versante oscuro degli infortuni che quasi mai vengono denunciati; alle morti da amianto; alla responsabilità dell’informazione per il linguaggio usato nella cronaca; ai silenzi di Stato del sistema radiotelevisivo pubblico; ai fatti dolosi in un lavoro tanto irregolare da diventare criminogeno; allo sfruttamento del caporalato.

“Ogni strage indica un preciso fattore causale nella mancata istruzione e sensibilizzazione di chi gestisce il lavoro, non di chi lavora - dicono gli autori Giordano e Patucchi – ed è simbolicamente rilevante che si è scelta, quale sede per la presentazione dell’opera, Casteldaccia, paese in cui, a maggio del 2024, cinque operai hanno perso la vita nel corso di lavori di manutenzione alla rete fognaria”.

“Il libro offre uno spaccato oggettivo di quello che è la reale situazione nel Paese migliaia di morti, processi che non iniziano mai, troppe prescrizioni e assoluzioni che fanno sentire su questo tema lontano lo Stato. Il Governo ascolti le parti sociali e dimostri la volontà politica di interrompere questo ‘operaicidio’ dando risposta alle migliaia di familiari in attesa”, spiega il segretario generale della Fillea Cgil Antonio Di Franco.

“Quella che si consuma ogni giorno nel nostro Paese – afferma il segretario generale della Fillea Cgil Sicilia Giovanni Pistorio - è una strage di dimenticati della cui memoria, quasi sempre, rimane traccia solo nei familiari mentre, dal giorno dopo, il nastro si riavvolge perché forse è utile dimenticare, mentre lo Stato si costerna, si indigna, si impegna, poi getta la spugna con grande dignità” come diceva De André. Noi non siamo fatti per dimenticare, non dimentichiamo”.