Riparte la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Mercatone Uno in difesa dei posti di lavoro (1.800 in Italia). Oggi, giovedì 18 aprile, è infatti in programma uno sciopero per l'intera giornata, con presidio a Roma, davanti al ministero dello Sviluppo economico, in concomitanza con l'incontro (previsto per le ore 14) che dovrà discutere lo scenario apertosi con la richiesta di concordato preventivo da parte di Shernon Holding, che solo 9 mesi fa aveva acquisito il gruppo.

A promuovere la protesta sono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, che stigmatizzano tra l'altro il modo con il quale i lavoratori sono stati informati della decisione di ricorrere al concordato, ossia con una e-mail aziendale. I dipendenti, spiegano in una nota i sindacati, "non solo si sono sentiti offesi, ma anche presi in giro da una comunicazione priva di qualunque credibilità. La verità è che dipendenti Shernon, ex Mercatone, sono di nuovo nella tempesta". E di quello che sta succedendo, aggiungono i sindacati, "è responsabilità del ministero dello Sviluppo economico e dei commissari straordinari farsi carico".

Shernon Holding è l'azienda costituita, appunto, per acquisire i 55 punti vendita Mercatone dall'amministrazione straordinaria. "Poco dopo la cessione, alcuni soci hanno abbandonato l'azienda ed è rimasto il solo amministratore delegato", ricordano i sindacati. "Negli ultimi mesi è stato sempre più evidente che la situazione stava degenerando: negozi privi di merce, magazzini completamente vuoti, fornitori che hanno ritirato la merce già consegnata e hanno smesso di effettuare consegne, ritardi nel pagamento degli stipendi", preoseguono Filcams, Fisascat e Uiltucs.

Poco più di un mese fa era stata annunciata ai sindacati una ricapitalizzazione per 20 milioni: "Stante la situazione, è stato chiarissimo che questa cifra sarebbe stata assolutamente insufficiente a garantire la continuità aziendale". L'incontro del 2 aprile al ministero è stato spostato su richiesta di Shernon: l'azienda disse di essere impegnata a chiudere l'accordo per la ricapitalizzazione con potenziali investitori. Poi, invece, è arrivata la richiesta del concordato.