Volti sorridenti attorno al tavolo dell’Aran dove si è firmato il rinnovo del contratto collettivo di lavoro per il 2019-2021 di medici, veterinari e dirigenti sanitari. C’è voluto tempo e pazienza ma il risultato è arrivato. Ne è consapevole Andrea Filippi, responsabile medici della Fp Cgil: “È un risultato importante per le lavoratrici e per i lavoratori del Ssn. Sono garantiti i diritti su orario di lavoro e carriere. Le carenze di personale non potranno più ricadere solo sulle spalle dei professionisti, perché il nuovo contratto di fatto agisce come leva per un piano assunzionale straordinario”.

Giudizio positivo anche dalla segretaria nazionale della Confederazione di Corso d’Italia, Francesca Re David, che sottolinea: “Ci auguriamo che il rilancio della contrattazione, sia di secondo livello che nazionale, possa mettere l'accento sulla necessità della salvaguardia del Ssn, a partire da un punto centrale: le condizioni di lavoro, oltre ovviamente a quelle salariali e ai diritti”.

La parte salariale

Certo chi fugge dal Servizio sanitario nazionale non lo fa esclusivamente perché pagato poco. Sono altre le ragioni, dal sovraccarico di lavoro e di responsabilità, al sottodimensionamento del personale al quale, spesso, non si riesce più a far fronte. Ma anche la scarsità di remunerazione gioca un ruolo nella decisione se rimanere o lasciare. E allora, bene essere riusciti a garantire la concentrazione delle risorse disponibili per aumentare le voci fisse e ricorrenti della busta paga, con 240 euro lordi medi mensili di aumento, di cui circa 190 destinati al trattamento fondamentale.

Le restanti risorse sono per posizioni, performance e condizioni di lavoro. Si è sottoscritto oggi il contratto 2019/2021 e allora ci sono gli arretrati che ammontano a circa 10 mila euro lordi per ogni professionista e che dovrebbero essere erogati con le buste paga di febbraio-marzo.

Lavoro riconosciuto

È ancora Filippi a spiegare. “Introduciamo finalmente l'indennità di specificità anche per i dirigenti sanitari e l’indennità per turno nei servizi prestati presso i pronto soccorso. Quanto agli incarichi professionali, non sono più un miraggio ma un diritto certo: le aziende dovranno assegnarlo a tutti entro e non oltre 60 giorni dall'esito positivo della valutazione, così come dovranno finalmente organizzarsi per consentire il recupero dell'extraorario lavorato che fino ad oggi poteva essere azzerato”.

C’è il lavoro e c’è la vita

Nel settore sono frequenti i turni senza soste, anche a copertura di quelli che dovrebbero garantire colleghi che magari sono malati oppure in ferie. E se lasciare senza cura i malati non si può, occorre avere cura anche di chi cura. È per questo che nel contratto è migliorata la possibilità di conciliazione tra vita e lavoro, anche intervenendo sulle condizioni economiche del part-time e del lavoro agile. Ma la chiave necessaria è quella di un vero e proprio piano di assunzioni.

L’impegno del sindacato

Lo ricorda il responsabile dei medici che sottolinea: “La Fp si è battuta e continuerà a battersi per l'equiparazione retributiva di tutti i dirigenti anche in riferimento al riconoscimento dell'indennità di esclusività per i dirigenti delle professioni sanitarie sin dal prossimo contratto”.

"Mentre sui media – aggiunge - si sviluppano le polemiche sull'emergenza dei pronto soccorso e la carenza di medici dovuta alle condizioni di lavoro, nel Ccnl introduciamo strumenti che costituiscono delle prime risposte, ma diciamo sin da ora che il ministro deve convocare i sindacati della dirigenza per affrontare la questione salariale e occupazionale con strumenti ben diversi da quelli messi in campo finora”.

Il futuro comincia ora

Lo ricorda Francesca Re David che con Filippi ha sottoscritto l’accordo: “Con la firma del contratto di lavoro 2019-2021 di medici, veterinari e dirigenti sanitari è stato raggiunto un risultato importante per tutte le lavoratrici e i lavoratori del Servizio sanitario nazionale”. “Adesso – prosegue la dirigente sindacale – occorre aprire celermente la contrattazione aziendale e avviare il rinnovo del triennio 2022-2024”.

Le fa eco Filippi che aggiunge: “Abbiamo lavorato per qualificare il contratto collettivo nazionale per garantire tutele, diritti e carriere delle professioniste e dei professionisti, ma siamo consapevoli che sono necessari investimenti e più risorse oltre che più contrattazione, anche aziendale, per riconoscere il ruolo di chi sceglie di lavorare per il Ssn, con orgoglio e spirito di servizio e adesione all’art. 32 della Costituzione. Ora subito via alla contrattazione nelle aziende ed al rinnovo del triennio 22/24”.