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Ancora un rinvio del termine per la presentazione dell'offerta definitiva, al momento fissato per martedì 30 aprile. I commissari di Alitalia (Stefano Paleari, Daniele Discepolo ed Enrico Laghi) starebbero valutando di concedere una proroga di almeno due settimane. Anche se, probabilmente, la data potrebbe slittare a fine maggio, una volta acquisito il risultato elettorale delle elezioni europee. Il punto è che la cordata guidata da Ferrovie dello Stato è ancora da costruire, le sorti dell’ex compagnia di bandiera rimangono quindi avvolte nell’incertezza. Anche la pazienza di lavoratori e sindacati sta per finire: per la fine del mese si attende il piano industriale di Fs, altrimenti si avvierà la mobilitazione.
“Siamo molto preoccupati rispetto alla scadenza del 30 aprile per la presentazione del piano industriale, mentre invece si continuano a inseguire voci sulla composizione azionaria dell’azienda”. Ad affermarlo è il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito, alla luce delle indiscrezioni di questi ultimi giorni sulla compagine azionaria. “La compagnia avrebbe bisogno di un piano di investimenti sul lungo raggio e sulle rotte intercontinentali”, aggiunge l’esponente sindacale, rimarcando però che “in assenza di risposte dal governo entro il 30 aprile, saremo costretti a muoverci con una mobilitazione dei lavoratori”.
Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ostenta sicurezza. “Il nostro obiettivo è un giusto rilancio, non un semplice salvataggio. Stiamo creando tutti i presupposti affinché quest’operazione possa finalmente invertire la rotta societaria e 'aggiustare' i disastri che sono stati creati con decenni di scelte politiche folli e di accozzaglie che hanno spolpato la nostra compagnia di bandiera”, spiega il vicepremier. I “presupposti” di quest’operazione sono “una presenza massiccia dello Stato nella newco come garanzia affinché il piano industriale sia coerente e competitivo, con la partecipazione diretta del ministero dell'Economia e di Ferrovie dello Stato nella compagine societaria. Grazie alla adesione al progetto di Delta Airlines potremo creare quindi un vettore dei trasporti gomma/rotaia/aereo che sarebbe un unicum e un'eccellenza a livello internazionale”.
Nel capitale azionario della nuova Alitalia entreranno sicuramente le Ferrovie dello Stato, la cui offerta è stata annunciata il 31 ottobre scorso, che intendono acquisire non più del 30 per cento. Il partner industriale individuato è l’americana Delta Airlines, che ha confermato l’adesione per il 15 per cento della compagnia. Un altro 15 per cento dovrebbe provenire dal ministero dell’Economia, che utilizzerebbe (come recita il cosiddetto “decreto crescita”) i proventi per gli interessi (stimati in 145 milioni di euro) sul prestito-ponte di 900 milioni concesso ad Alitalia dopo il commissariamento del 2 maggio 2017. Sommato tutto, si arriva al 60 per cento del capitale. Manca dunque un 40 per cento, pari a una cifra di circa 300 milioni di euro.
In questi cinque mesi e mezzo dall’offerta di Fs non si sono fatti avanti nuovi investitori. Dopo i no di Poste Italiane, Cassa depositi e prestiti, Leonardo, Eni, Fincantieri e altre società partecipate a entrare nel capitale azionario di Alitalia, è arrivato anche quello di Atlantia (holding della famiglia Benetton, che controlla Aeroporti di Roma), su cui si erano appuntate le speranze del governo. “Non c'è nulla, il Consiglio di amministrazione non ha mai affrontato il tema”, ha detto l'amministratore delegato Giovanni Castellucci, rispondendo alle domande degli azionisti nell’assemblea della società. Nel fine settimana era circolata anche la voce di un possibile ingresso del gruppo Toto, ma è arrivata la smentita: “Il gruppo, al contrario di come riportato, tramite la società Renexia non sta preparando alcuna offerta di acquisto per Alitalia da presentare entro martedì”. In ogni caso l'opzione Toto, come quella Atlantia, non sono da considerarsi del tutto tramontate.
Intanto il decreto crescita ha annullato la scadenza prevista a luglio del prestito ponte di 900 milioni (si attende la pubblicazione in Gazzetta ufficiale). Una decisione su cui Bruxelles ha espresso dubbi. La commissaria alla Concorrenza Marghrete Vestager ha affermato di “non avere ancora terminato di analizzare il prestito. Questa non influenzerà l'analisi se si tratta di aiuto di Stato o meno. Da questo punto di vista, la decisione ha un effetto neutrale. Se dovesse trattarsi di aiuto di Stato, ebbene questo sarà stato più lungo. Come detto, tuttavia, non abbiamo ancora terminato la nostra analisi”.