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A Mirandola, cuore del distretto biomedicale, Livanova annuncia 150 nuove assunzioni stabili nel corso del 2026. Una scelta che i sindacati definiscono un passaggio decisivo, perché riconosce il valore delle lavoratrici e dei lavoratori che in questi anni hanno tenuto in piedi la produzione con contratti in somministrazione. Il criterio scelto è netto: verrà premiata l’anzianità di servizio maturata nelle agenzie interinali e tutte le nuove assunzioni saranno a tempo indeterminato, direttamente in organico alla multinazionale.
Tre anni di stabilizzazioni e un cambio culturale
Il nuovo pacchetto di 150 ingressi non arriva a sorpresa ma si aggiunge alle quasi 200 trasformazioni già realizzate in tre anni. Un percorso costruito con accordi aziendali che Filctem Cgil e Femca Cisl rivendicano come decisivi, perché hanno imposto una regola semplice: assumere stabilmente chi ha più anzianità in somministrazione. Una strada che ha rafforzato anche la rappresentanza, tanto che due anni fa sono state elette 9 Rsu Nidil Cgil, un fatto raro in un settore dominato fino a poco tempo fa dalla precarietà strutturale.
“Si riconosce un patrimonio di competenze”
Per i sindacati questa stabilizzazione è soprattutto un atto di riconoscimento. “Con questo passaggio a tempo indeterminato si valorizza un patrimonio di competenze fondamentale. Sono le lavoratrici e i lavoratori che hanno reso possibile la crescita dell’azienda”, affermano Lisa Vincenzi (Filctem Cgil), Alberto Suffritti (Femca Cisl) e Alessandro Fili (Nidil Cgil). La scelta di Livanova, aggiungono, garantisce alla multinazionale personale già formato, capace di sostenere i carichi produttivi e l’innovazione senza la discontinuità tipica del lavoro precario.
Stabilità e competitività possono crescere insieme
Il segnale politico e industriale è forte. In un mercato del lavoro che continua a spingere verso flessibilità e turnover, Mirandola racconta una storia diversa. “I risultati odierni dimostrano che la qualità del lavoro è un fattore di competitività, non un costo”, sottolineano i sindacalisti. È un messaggio che va oltre il singolo stabilimento: la produttività non nasce comprimendo i diritti, ma investendo su chi lavora. Un modello che ribalta la narrazione dominante, mostrando che stabilità e tutele creano l’ambiente ideale per crescere, innovare e attrarre investimenti.
L’esempio che fa scuola nel biomedicale
La vicenda di Livanova diventa così un riferimento per un settore dove la manodopera in somministrazione è spesso la norma. Qui, invece, centinaia di contratti a tempo indeterminato non sono l’effetto di una congiuntura positiva, ma il frutto di relazioni sindacali solide, di una scelta strategica dell’impresa e di una contrattazione che ha messo al centro le persone. Una direzione che potrebbe e dovrebbe diventare standard nel biomedicale modenese, dove la competenza, più che altrove, è la risorsa che decide il destino di un’azienda.






















