Prima l’annuncio dei 50 esuberi, poi la vendita a sorpresa. Ma i licenziamenti per ora restano. Per i 120 dipendenti dei due stabilimenti Likum di Ponte di Piave e Oderzo (entrambi in provincia di Treviso), azienda progettista e produttrice di stampi per materie plastiche (in particolare per il settore automotive), sono giornate di forti preoccupazioni.

All’inizio di giugno la proprietà, ossia il fondo tedesco Accursia Capital, dopo una serie di rinvii dell’incontro con i rappresentanti Fiom Cgil (unico sindacato presente in azienda), comunica l’intenzione di avviare 50 esuberi. Occorre anche ricordare che nei due impianti trevigiani era già attiva la cassa integrazione ordinaria, la cui scadenza era prevista per settembre e ottobre.

La trattativa si sposta poi all’Unità di crisi aziendali di Veneto Lavoro. E il 31 luglio c’è il colpo di scena: il fondo Accursia Capital (che deteneva la proprietà dal 2022) non si presenta al vertice, mentre al suo posto compare la società rumena (di recentissima costituzione) Fast Effectiv Solution 360, che appena il giorno prima aveva definito l’acquisto della Likum.

Un comportamento definito dalla Regione Veneto “quantomeno non adeguato ad accompagnare transizioni così delicate”, che lascia pensare “all'intenzione di declinare eventuali responsabilità presenti o future”. La nuova proprietà, rappresentata dal manager Frank Henning, ha preso tempo per comunicare a sindacato e istituzioni il piano industriale di rilancio. Il prossimo tavolo regionale, dove appunto dovrebbe essere presentato, è in programma per il 4 settembre.

Fiom Cgil: “Forti incertezze sul futuro aziendale”

“Sebbene su nostra richiesta sia stata prorogata la cassa integrazione ordinaria fino a tutto settembre e a tutto ottobre, rispettivamente per i due stabilimenti trevigiani, restano pressanti le incertezze sui redditi dei circa 120 dipendenti, oltre che ovviamente sul futuro stesso di quei posti di lavoro”, afferma Francesca Cagnola (Fiom Cgil Treviso).

“Sconcertante l’assenza all’incontro dell’interlocutore chiave, ossia del fondo Accursia Capital, che si disimpegna completamente rispetto al destino dei lavoratori e delle lavoratrici, disattendendo le richieste delle istituzioni del territorio”, prosegue la dirigente sindacale.

“Un disimpegno afferrabile – continua Cagnola – solo dopo il ricevimento della comunicazione della vendita di Likum, già avvenuta nella giornata del 30 luglio, alla Fast Effectiv Solution 360, con sede in Romania, e di un dialogo aperto dalla nuova proprietà con un eventuale partner italiano per dare continuità all’attività produttiva”.

L’esponente Fiom così conclude: “Alla luce di questo quadro, dove i lavoratori sono considerati meramente numeri, non abbiamo oggi alcuna garanzia. Ne è dimostrazione la mancanza di un piano industriale di rilancio, numeri alla mano anche relativamente ai livelli occupazionali”.