PHOTO
L’ultima vittima sul lavoro in Italia questa mattina, 29 ottobre, a Lecce. Un operaio di 67 anni, di origine albanese, ma residente nel capoluogo salentino, è morto folgorato mentre era impegnato in lavori edili in via Vecchia Frigole, in aperta campagna. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo, identificato come Allushaj Limos, stava manovrando la pompa impastatrice del cemento per la realizzazione di un muretto a secco quando, a causa di una manovra errata, il braccio della betoniera ha urtato i cavi dell’alta tensione. L’operaio è stato colpito da una violenta scarica elettrica. Inutili i tentativi di rianimazione da parte dei sanitari del 118, che hanno potuto soltanto constatarne il decesso. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco per la messa in sicurezza dell’area, la polizia di Stato, i carabinieri e il personale dello Spesal, che ha avviato gli accertamenti per ricostruire la dinamica dell’incidente.
Cgil e Fillea Lecce: “Una beffa che la tragedia arrivi dopo l’annuncio del dl Sicurezza lavoro del governo”
Cgil Lecce e Fillea Lecce esprimono il più profondo cordoglio e la propria vicinanza alla famiglia, ai colleghi ed agli amici di Limos Allushaj. “Suona quasi come una beffa che la tragedia odierna arrivi dopo l’annuncio del dl Sicurezza da parte del governo – scrivono Tommaso Moscara e Luca Toma, segretari generali provinciali di Cgil e Fillea –. Un provvedimento dal quale non ci aspettiamo certo che possa impedire le morti sul lavoro, ma i cui contenuti lasciano seri dubbi sulla reale efficacia in termini di innalzamento di sicurezza sui cantieri”.
Sesta vittima in provincia di Lecce in edilizia da ottobre 2024
Quello di questa mattina è il sesto incidente mortale registrato in provincia di Lecce nel settore dell’edilizia da ottobre 2024. Una serie nera cominciata alla fine dello scorso anno con tre drammi nei cantieri: le morti di Maurizio Misciali, 47enne di Collemeto, Silvio Perrone, 71enne di Nardò, e Antonio Greco, leccese di 72 anni. Il primo schiacciato da un camion in manovra durante l’allestimento del cantiere (24 ottobre); il secondo caduto dal primo piano mentre prendeva delle misure in un condominio quasi ultimato nel centro di Lecce (5 novembre); il terzo precipitato da un terrazzo per il cedimento di un parapetto (22 novembre).
Nel 2025, l’11 giugno la corda che tiene sospeso Iulian Razvan Gurau, operaio romeno di 25 anni impegnato in un intervento di edilizia acrobatica a Lecce, si recide: la caduta non lascia scampo al giovane, che lascia la moglie incinta. Infine il penultimo dramma, lo scorso 4 ottobre: il solaio cede improvvisamente e Antonio Marsano, 58 anni di Matino, cade nella vasca di raccolta delle acque reflue durante i lavori commissionati dal Comune di Corsano.
“Non sono solo numeri, ma drammi che segnano per sempre, padri che non tornano dai figli, mariti che non rivedranno la moglie e purtroppo sempre più spesso nonni che lasciano troppo presto i propri nipoti”, dicono i due sindacalisti.
“Sono vite che si spezzano spesso nell’inefficacia delle azioni della politica, messe in campo sull'onda emotiva dei fatti ma senza un ragionamento complessivo su ciò che effettivamente serve. E secondo noi è il momento di un intervento organico in materia di qualificazione d’impresa che metta al centro storia, competenza, mezzi e rispetto dei diritti dei lavoratori. Altrimenti proseguiremo nella liturgia dei cordogli e nel freddo aggiornamento delle statistiche, che fanno male a chi a quei numeri dà un nome, un volto, una storia, una famiglia”.
























