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Un operaio di 25 anni ha perso la vita in seguito a un grave infortunio sul lavoro avvenuto in pieno centro a Lecce. L’uomo, dipendente di una ditta di edilizia acrobatica, è morto precipitando da un’altezza di sette metri mentre era impegnato in lavori di manutenzione di uno stabile in viale Leopardi. La vittima è un 26enne di nazionalità romena, Razvan Iulian Gurau, operaio della Edac Lecce.
A quanto si apprende, la corda a cui era appeso ha ceduto facendolo precipitare dal quarto piano. A nulla è valso il tentativo del suo collega 22enne che ha tentato di trattenerlo. Il giovane per la rabbia ha sferrato un pugno contro un muro rompendosi la mano. Sul posto per i rilievi la polizia e gli ispettori dello Spesal.
“Un’altra tragica notizia scuote la provincia di Lecce. Un’altra morte sul lavoro. Iulian è l’ennesima giovane vita spezzata in un cantiere edile: un lavoratore di origine rumena che nel lavoro cercava di migliorare le proprie condizioni di vita e che invece oggi in Italia ha trovato la morte. Quanto avvenuto poche ore fa nel cantiere di un condominio leccese lascia sgomenti, soprattutto al pensiero che questo grave incidente sia accaduto a pochi passi dalla Cassa Edile, luogo simbolo di legalità, sicurezza e lotta al lavoro irregolare”. Lo affermano il segretario di Fillea Cgil Puglia, Ignazio Savino, il segretario generale della Cgil Lecce, Tommaso Moscara, e il segretario provinciale della Fillea Cgil Lecce, Antonio Spano.
“Il giovane operaio di 26 anni ha perso la vita su un cantiere di edilizia acrobatica, fenomeno ultimamente assai diffuso in città: i leccesi si stanno abituando a vedere con una certa curiosità uomini imbracati, appesi a delle funi, intenti a realizzare interventi sulle facciate dei palazzi. Una vista che però desta anche preoccupazione per le condizioni estreme in cui operano i lavoratori di questo comparto, condizioni che rimandano anche alla rincorsa alla riduzione dei costi di cantiere”.
“Esprimiamo vicinanza e cordoglio ai parenti e agli amici di Iulian – scrive la Cgil salentina –. Oggi piangiamo la sua morte, ma faremo di tutto affinché non resti “bianca”: percorreremo qualsiasi strada per garantire la verifica della piena responsabilità di quanto accaduto e giustizia alla vittima ed alla sua famiglia. Abbiamo bisogno che il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro resti centrale nell’agenda politica e che diventi una necessità collettiva avvertita e condivisa da tutti”.