In Toscana si rafforza il legame fra sindacato e mondo universitario. Dopo le convenzioni avviate negli anni scorsi fra la Cgil e gli atenei di Firenze e Siena, da pochi giorni è partita la collaborazione fra Ires, Cgil e università di Pisa. La convenzione di quest’anno ha una sua particolarità. Non si tratta più di master per dirigenti o funzionari sindacali su alcune tematiche. A Pisa è stata inaugurata una cattedra di storia del lavoro, con corsi aperti a tutti.

"In tal modo – spiega Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale –, la Toscana si conferma all'avanguardia come territorio che pensa a una formazione di livello superiore. Quella messa a punto a Pisa è un'idea interessante e innovativa. Purtroppo, con il passare degli anni, il fenomeno culturale ha ridotto e circoscritto nelle università italiane la storia del movimento operaio, in passato materia e disciplina di studio. A questo, il sindacato ha sempre risposto unitariamente, chiedendo più cattedre e ora Pisa va finalmente in tale direzione".

Monica Pagni, responsabile organizzazione Cgil Toscana, illustra la genesi dell'operazione. "Si va dalla ‘prima elementare’, ovvero i corsi di formazione di base, al master universitario. Già quattro anni fa, facemmo una convenzione con l'università di Firenze per un master su tematiche economiche, poi subentrò l'ateneo di Siena con un master su tematiche giuridiche. Ci mancava la storia del movimento operaio e la cattedra di storia del lavoro. Oggi abbiamo raggiunto tale obiettivo con un corso che è un esame vero e proprio all’università di Pisa. Il nostro obiettivo è quello di favorire la partecipazione di esponenti sindacali che interagiscono in classe con gli studenti. Traguardo centrato".

"È un aspetto che ha un valore in sè – afferma Gianfranco Francese, presidente Ires Toscana –. L'esperienza va avanti positivamente e la partecipazione si va allargando con il contributo di diciotto fra delegati e funzionari Cgil. È un aspetto importante sia per la parte sindacale che per la parte studentesca. Le lezioni si svolgono nell'arco di nove giornate, articolate ogni volta in moduli di quattro ore. C'è innanzitutto  una formazione frontale di spiegazione da parte del docente e poi parte la fase di discussione finale. Per noi, diventa importante raccogliere le istanze e le curiosità degli studenti. E nel contempo tale operazione aiuta i giovani a capire e conoscere meglio e direttamente il sindacato. La cattedra di storia del lavoro contribuisce anche a dare una lettura e una visione dei fenomeni del mondo del lavoro che non è più aziendalista, come avviene di solito, ma peculiare nostra, e si avverte la necessità di ricostruire i fatti dal punto di vista sindacale".

"La storia della Cgil diventa parte integrante dei corsi. Quello di Pisa è un corso universitario a tutti gli effetti, ed è a pieno titolo nella storia accademica. Pensiamo che il corso di storia sia importante da diffondere, e la storia del nostro passato sia una cosa di cui continuare a vantarci. Il nostro obiettivo è aarivare a una Cgil unita e plurale. Stiamo provando a sperimentare reti, modi e spazi, con scambio di esperienze di nuova formazione ", osserva Pelucchi.

"Questa iniziativa testimonia l'Impegno sindacale a tutto tondo. La formazione consolidata dei delegati ha portato alla convenzione con l’università di Pisa. Altro progetto da portare a termine, quello iniziato l'anno scorso e poi abbandonato per la concomitanza dei lavori congressuali. Abbiamo avviato una specie di scuola di formazione sindacale per delegati e funzionari delle varie categorie da fare in una settimana di full immersion. È cambiata la domanda ed è cambiato il mondo del lavoro e dobbiamo ampliare le tutele. Per far questo, bisogna che i nostri delegati conoscano la nostra organizzazione e siano in grado di capirne i meccanismi. Sulla tutela individuale, faremo una prima classe per una formazione di base. Poi c'è il progetto della 'prima elementare' con la Calabria. Abbiamo messo in piedi due percorsi paralleli, uno per il ricambio di 3.000 Rsu in Toscana con autosufficienza formativa, una formazione di base per tutti i delegati di prima nomina, con due corsi all’anno. Poi percorsi di formazione per formatori di tutte le categorie e le Camere del lavoroi. Una parte del nostro gruppo andrà in Calabria e viceversa verranno compagni calabresi a insegnare da noi. È un modo per confrontare le diverse esperienze che ci sono in Cgil", rileva Pagni.

"il progetto con l'università di Pisa è un’idea nata proprio nella città toscana, dopo un lungo percorso di dodici seminari, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. con l’esigenza di ricostruire un punto di vista del mondo del lavoro, che non fosse parziale, ma che riguardasse anche persone che hanno subìto anche lo sfruttamento del lavoro in una fase storica di grandi trasformazioni.. Ci sembrava importante che ciò si misurasse con elementi di scientificità e fondatezza, inattaccabili, e dunque, da lì il rapporto con l’università. Le modalità con cui abbiamo stabilito tale convenzione, che ha una valenza triennale, è anche quella di alimentare, con le risorse che noi mettiamo a disposizione, un riconoscimento per chi fa attività di ricerca. Quindi docenti giovani, selezionati attraverso un bando pubblico. Vuole essere un modo anche per sollecitare la passione per lo studio e la ricerca storica", aggiunge Francese.

Cristina Arba, responsabile ufficio donne Cgil Firenze, è uno dei diciassette, fra ricercatori e ricercatrici, iscritti al corso di storia all’università di Pisa. "Il corso ha trattato argomenti profondi e interessanti, con temi quali lo sciopero, l’immigrazione, l'occupazione. Il lavoro visto in tutte le sue declinazioni, lavoro industriale, operaio, agricolo, come storia per arrivare fino all’attualità dei giorni nostri, Il motivo per cui ho deciso di frequentare il corso è quello di consolidare le mie conoscenze, ma soprattutto mi ha attratto la possibilità di vedere e analizzare gli argomenti da più punti di vista: un valore aggiunto anche il confronto con i docenti, storici universitari di professione. Oltre al rapporto con gli studenti, ben diversi da noi corsisti del mondo Cgil. È una lezione per tutti, un valore aggiunto per noi, ma anche per loro".

"Quando si parla di storia d’Italia pensiamo ai grandi avvenimenti e ai grandi protagonisti, dimenticando che il mondo del lavoro è stato anch’esso protagonista delle vicende del nostro Paese: pensiamo al 25 aprile, alla Liberazione, cui hanno contributo e non poco i grandi scioperi nelle fabbriche del Nord. Così come il Primo maggio vuol dire anche Portella della Ginestra, quale illustre esempio di lotta alla criminalità organizzata. La fine del nazifascismo è un dono delle lotte operaie del 1943-44, mentre tutte le battaglie contro la mafia passano anche per tutti quei sindacalisti siciliani e non solo uccisi dal Dopoguerra ad oggi", conclude Pelucchi.