Lavorava in un cantiere di Villa Literno. Voleva che gli operai potessero lavorare in condizioni di sicurezza, che avessero diritto a mangiare in un luogo adeguato e non in mezzo alla polvere delle costruzioni, che potessero ricevere il pagamento delle ore di straordinario e che fossero regolarizzati, chiedeva che ci fossero delle regole in una realtà, quella campana del 1980, in cui la camorra gestiva la maggior parte degli appalti pubblici e dirigeva i più grandi cantieri della regione. Si chiamava Tammaro Cirillo; il 2 luglio 1980 sicari al soldo della camorra entrarono in casa sua e gli spararono, sotto gli occhi terrorizzati della figlia quindicenne. Dopo una lunga agonia, morì il 25 luglio, a 38 anni. La Fillea non dimentica. Per questo è impegnata a sostenere la richiesta di riconoscimento di vittima di camorra e di mafia avanzata dalla famiglia. Per questo, domani 7 giugno alle ore 15.00, inaugurerà la nuova sala della sede nazionale di Via Morgagni intitolata a lui, il nostro Tammaro. All’inaugurazione saranno presenti la figlia Laura, le segreterie della Fillea Caserta e Campania, tutta la Fillea nazionale con il segretario generale Alessandro Genovesi.