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“Il problema per un poliziotto non è solo essere indagato. Il nodo vero sono i costi legati al sacrosanto diritto di difendersi in tribunale nel modo migliore, perché aver aumentato da 5.000 a 10.000 euro l'anticipo delle spese legali potrebbe non garantire la copertura totale degli onorari da corrispondere, soprattutto se si nominano periti di parte che sono quasi sempre necessari per una adeguata difesa. Da questo punto di vista comprendiamo benissimo la voglia di tanti poliziotti di contribuire con piccole donazioni a supportare i colleghi indagati. Ma non è giusto”. Lo afferma Pietro Colapietro, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil.
“Ci si concentra e ci si scandalizza per l'apertura delle indagini - dice Colapietro - che nel nostro ordinamento, con l'avviso di garanzia, rappresentano un passaggio tecnico doveroso che serve a far emergere la verità e assicurare la tutela delle procedure. Una garanzia anche per tutti e fondamentalmente per i colleghi. Un 'atto dovuto', appunto. Il vero problema sono i procedimenti disciplinari, le conseguenze dal punto di vista stipendiale e sugli sviluppi di carriera. Più volte in passato abbiamo sollecitato una modifica dei regolamenti di servizio e di disciplina, vecchi di 40 anni. È necessario aprire immediato un confronto con le organizzazioni sindacali”.
“E fino ad oggi, al di là della propaganda sull'irrisorio aumento dell'anticipo - sottolinea il segretario generale -, rimane ancora aperto il fondamentale problema delle spese legali che gravano pesantemente sulle spalle di chi si è trovato coinvolto in un procedimento per fatti di servizio. Attualmente nel nostro ordinamento è l'Avvocatura dello Stato a valutare la 'congruità' delle parcelle degli avvocati e in moltissimi casi ci sono decurtazioni pesanti anche in caso di assoluzione”.
“È ormai improcrastinabile - conclude Colapietro - una riforma che elimini le discrezionalità e garantisca il rimborso totale e automatico a chi abbia dovuto sostenere spese legali per fatti di servizio. Un provvedimento che certamente ha un costo per le casse dello Stato. Ma se lo Stato chiede impegno, coraggio e sacrificio alle sue donne e ai suoi uomini, non può lasciare che, al termine di una procedura giudiziaria, siano loro a dover affrontare il peso di spese ingenti e spesso ingiustificate. È una questione di giustizia, di rispetto e di effettività della tutela legale”.
“Per questo, rilanciamo con forza la richiesta di intervento immediato da parte delle istituzioni, che punti a rivedere i regolamenti di servizio e di disciplina, che elimini le valutazioni discrezionali nelle spese legali, che garantisca il rimborso integrale senza decurtazioni o limiti temporali e che soprattutto metta al centro la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa, la tutela della funzione pubblica svolta giornalmente”, conclude.