Se c’è una materia prima di cui, per usi diversi, oggi non potremmo fare a meno nella nostra vita quotidiana, è la carta. Dai libri che leggiamo agli oggetti che usiamo in casa, ai pacchi che quasi ogni settimana ci vengono recapitati. E tuttavia, l’industria della carta vive negli ultimi anni una crisi epocale, dovuta a una combinazione di fattori molto diversi, che stanno mettendo in seria difficoltà uno dei settori produttivi più virtuosi anche nel nostro Paese.

C’era una volta Fabriano

L'Italia possiede, infatti, una solida tradizione nella produzione della carta: le cartiere storiche del frusinate, quelle del Veneto e della Lombardia. Marchi come Fabriano e Fedrigoni sono rinomati in tutto il mondo per l’eccellenza della produzione. Eppure proprio a questo nome sono legate tristi  vicende di licenziamenti collettivi, e per ultimo l’annuncio della suddivisione in tre società distinte per settore: Carta, Etichette, Rfid.

Le preoccupazioni del sindacato

I sindacati hanno subito espresso preoccupazione in merito all’operazione: “Temiamo che suddivisione possa poi tradursi in ridimensionamento, e dunque nutriamo dubbi sul futuro occupazionale” spiega Giulia Guida, segretaria nazionale Slc Cgil, sottolineando inoltre come il settore della carta sia legato in Italia a una tradizione familiare. Una dimensione ben diversa da quella delle multinazionali aperte alla partecipazione di fondi di investimento, che rispondono alla logica del maggior profitto con il minore sforzo, e nel minore tempo possibile”. Si aprirebbero dunque scenari complessi da gestire, secondo la dirigente sindacale.

Solo il packaging resiste

Quello che avviene a Fedrigoni non è che uno degli esempi di una crisi più capillare, che interessa tutti i comparti di produzione di carta, con picchi come quello delle carte grafiche e qualche eccezione come quella del packaging, che sembra invece ancora tenere sul mercato. Durante il Covid il boom dell’e-commerce ha spinto le cartiere a indirizzare la produzione prevalentemente sul settore più redditizio degli imballaggi, con conseguenze negative su comparti già in difficoltà come quello dell’editoria.

Bugiardini addio

L'Europa ha avviato una valutazione per sostituire i bugiardini dei farmaci con un sistema digitale, accessibile tramite un codice QR, per ridurre lo spreco di carta e l'impatto ambientale. L'idea, appoggiata dall'industria farmaceutica, è stata però oggetto di riflessione da parte di diversi soggetti, tra cui le organizzazioni sindacali. Una delle ragioni risiede nelle difficoltà che riscontrerebbero i pazienti più anziani e fragili alle prese con la tecnologia. L’altro tema è legato al rischio di far calare in maniera significativa la produzione di un mercato che vede l'Italia in prima fila.

Un contratto ancora da rinnovare

Trovare risposte alla crisi del settore non è semplice, ma delle soluzioni ci sono e il sindacato sta provando a metterle nero su bianco, anche attraverso la contrattazione. Il contratto infatti è scaduto nel 2024 e le trattative sono attualmente in corso. L’altro filone punta invece all’innovazione tecnologica e alle modalità produttive, rispetto a cui il settore della carta rappresenta un esempio virtuoso.

La chiave: investimenti e cogenerazione

“Dobbiamo investire sempre più sulla cogenerazione – osserva Giulia Guida – sull’educazione al riciclo della carta e all’economica circolare”. La cogenerazione è il processo che permette di produrre, allo stesso tempo, energia elettrica e termica a partire dalla stessa fonte di energia primaria e combustibile. Sfruttando il calore che altrimenti andrebbe disperso, la cogenerazione aumenta notevolmente l'efficienza energetica complessiva, portando a risparmi economici e alla riduzione delle emissioni nocive, rispetto alla produzione separata delle due forme di energia.

Il futuro: raccolta e riciclo

“L’Italia è tra i primi paesi al mondo per la raccolta e il riciclo di carta e cartone – conclude Guida - E raccogliere carta significa produrre energia e poterla esportare”. L'Italia è, infatti, diventata un importante esportatore di materia prima riciclata per l'industria cartaria. Ha un tasso di riciclo degli imballaggi in carta e cartone che supera ampiamente l'obiettivo Ue dell’85%, raggiungendo il 92,3%, e un sistema riconosciuto al livello europeo come un modello d'eccellenza per la raccolta, la selezione e l'avvio a riciclo dei materiali.