"Il dl Sostegno, che pur si prefigge l'obiettivo di sostenere famiglie e lavoratori in questa situazione di straordinaria difficoltà pandemica, rischia di scaricare ancora una volta sulle lavoratrici e sulle famiglie con figli under 14 il peso dell’emergenza. Per questo riteniamo necessari e importanti alcuni correttivi”.  La Cgil nazionale interviene sulle ultime misure previste dal governo in materia di congedi e smart working ed entrate in vigore già da lunedì 15 marzo.

Lo fa chiedendo alcune modifiche ritenute indispensabili: innanzitutto “l’eliminazione dell’incompatibilità tra l'accesso ai congedi e lo smart working. Le due misure - spiega il sindacato di Corso d'Italia in una nota - non possono essere alternative: lavorare da casa è lavorare, e quindi incompatibile con la cura e l'assistenza ai figli under 14 in Dad. Per lo stesso motivo, deve essere possibile fruire del bonus baby sitter anche in caso di smart working”.

Inoltre “si ritiene non sufficiente l’indennità prevista in caso di congedo, pari al 50% della retribuzione”. Per la Cgil poiché “l’emergenza Covid non sembra affatto arginata, è indispensabile prevedere un automatismo per le misure in vigore in caso di chiusura delle scuole, di modo da averne certezza indipendentemente dalla tempistica o ‘localizzazione’ dei singoli provvedimenti che vietano le lezioni in presenza”.

Solo ieri (17 marzo) la ministra per la Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti era intervenuta sull'argomento, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, e aveva dichiarato che essere in smart working consente di accudire contemporaneamente i figli tanto da aver suscitato la reazione della giornalista che la stava intervistando: “Lo smart working dovrebbe servire per lavorare, non per occuparsi dei figli”.

Infine, nella nota si specifica che “tutti questi provvedimenti devono essere esigibili per tutte le famiglie, comprese quelle omogenitoriali”.