Incrociano le braccia per un giorno intero per difendere lavoro e sicurezza e per garantire un futuro al porto della città. Sono i lavoratori dei terminal genovesi che oggi (5 marzo) si sono dati appuntamento sotto la sede provinciale di Confindustria e nei varchi portuali. Una protesta annunciata nelle scorse settimane che vede assieme le sigle dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil, con il sostegno delle tre confederazioni perché spiegano le organizzazioni sindacali: "La città sta vivendo uno dei momenti più complicati dal dopoguerra ad oggi" con ripercussioni che coinvolgono l’intera collettività provocando una serie di effetti drammatici sull'economia, sui traffici portuali e sui lavoratori genovesi".

È in questo contesto che si colloca l'iniziativa dei terminalisti rappresentati da Confindustria che dopo aver firmato un accordo quadro lo scorso dicembre hanno deciso di contestarlo attraverso una lettera inviata al presidente dell'Autorità di Sistema Portuale. L'accordo, però, rivendicano lavoratori e sindacati vuole guardare al futuro ed è un richiamo per ciascuna parte alle proprie responsabilità. 

"Sono proprio i lavoratori della Culmv, la Compagnia Unica, e di tutto il porto, - precisano dal sindacato - che hanno determinato le fortune del nostro scalo e degli stessi terminalisti, contribuendo a una crescita, costante, a doppia cifra percentuale, anno su anno. Sono quegli stessi lavoratori che hanno spesso rivendicato attraverso le organizzazioni sindacali di categoria di lavorare bene, in sicurezza, con la certezza del giusto salario e impegnandosi in confronti non sempre facili, anzi, spesso difficili".

Una consapevolezza evidentemente lontana dalla Confindustria provinciale che, invece, ha accolto lo sciopero con un messaggio secco: "Ricordino che oggi il lavoro è un privilegio". La risposta è stata corale e massiccia e ha ristabilito una semplice verità: il lavoro è un diritto e come tale va tutelato e difeso.