Questa mattina a Siena, nel corso di un incontro con Rsu e sindacati territoriali, la Gsk Vaccines ha comunicato l’apertura di una nuova procedura di uscite volontarie: altre 24 persone in meno nel sito produttivo di Siena. Un numero che si somma a quello, già imponente, annunciato a novembre 2024: 270 uscite, di cui 13 nel capoluogo e il resto nel sito di Rosia. Complessivamente si sfiora quota 300, pari al 15% dell’intera forza lavoro. Una sforbiciata costante, silenziosa, che continua a rosicchiare il cuore industriale della multinazionale nel territorio senese.

Tagli mascherati da opportunità, accuse e tensione tra i lavoratori

Per la Rsu Filctem Cgil il copione non cambia. Da anni, dicono, ogni investimento viene accompagnato da una nuova tornata di riduzioni. L’azienda definisce le uscite “un’opportunità”, ma dal punto di vista sindacale il significato non cambia: si tratta sempre di tagli, che arrivano in un contesto già segnato da una forte riduzione di personale. Sullo sfondo resta una domanda inevasa: quale responsabilità sociale può rivendicare una multinazionale che cresce, investe, ma al tempo stesso assottiglia i propri organici?

Il nodo del piano industriale e la richiesta di un confronto urgente

La questione non è nuova. Durante l’estate, in Regione Toscana, i sindacati avevano già segnalato un punto critico: il piano industriale del sito di Siena non era stato presentato. Gsk si era limitata a illustrare quello di Rosia, lasciando scoperta la prospettiva del polo senese. Oggi quella mancanza diventa una crepa più evidente. Rsu e Filctem Cgil chiedono un incontro urgente in Regione, con il coinvolgimento non solo delle organizzazioni sindacali ma anche delle istituzioni. Per loro è ormai indispensabile un quadro strategico chiaro sul futuro del sito.

Pressioni interne, provvedimenti discutibili e turni ingestibili

Oltre ai numeri, il sindacato porta alla luce un clima definito “pesante”. Negli ultimi mesi, raccontano, si sarebbero moltiplicate le pressioni per spingere il personale ad aderire alle uscite incentivate. C’è chi si è visto recapitare provvedimenti disciplinari giudicati “ridicoli”, chi ha subito cambi di mansione o modifiche di orario che hanno reso impossibile conciliare lavoro e vita familiare. Una dinamica che, secondo la Rsu, ha colpito soprattutto le lavoratrici, già più esposte sul fronte della cura e della precarietà occupazionale.

Il rischio per il territorio e la richiesta di invertire la rotta

La crisi industriale che attraversa l’area senese rende ancora più fragile il quadro. Per molte lavoratrici e molti lavoratori, uscire ora dal perimetro Gsk significherebbe non avere alternative immediate. Da qui la denuncia dei sindacati e domande che diventano sempre più urgenti: quale futuro immagina Gsk per Siena? E quali garanzie intende offrire alle persone che da anni contribuiscono alla produzione di vaccini che salvano vite in tutto il mondo?