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La sentenza sull'infortunio mortale sul lavoro di Luana d'Orazio ha escluso le responsabilità dell'imputato, il tecnico manutentore, accogliendo la ricostruzione presentata dalla difesa, sostenendo che la manomissione dell'orditoio potesse essere stata eseguita da altri. La Cgil Toscana fa sapere che “non discute le sentenze ma le analizza": "La giustizia – afferma Mirko Lami del dipartimento Salute e Sicurezza Cgil Toscana – pensa di chiuderla qui, oppure indaga per trovare chi veramente ha manomesso l'orditoio e chi ha ordinato di farlo?".
"A suo tempo – ricostruisce – il giudice stabilì che il macchinario era stato manipolato per eliminarne alcuni sistemi di sicurezza, rendendo possibile l'incidente mortale, quindi siamo di fronte a 'qualcuno' che, per aumentare la produttività e per guadagnare di più, ha manomesso. Di fronte a questa manomissione, il giudice ritiene che non vi è responsabilità del tecnico; quindi dal dibattito e dalle prove che il giudice ha in possesso, è stato qualcun altro. Di sicuro non può essere stata Luana che vi ha perso la vita ma è abbastanza ovvio che qualcun altro ha dato questa indicazione per trarre vantaggi a scapito della sicurezza".
Secondo la Cgil Toscana "vi sono due aspetti principali da tener di conto: il primo aspetto sottolinea l'importanza del rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro, individuare la responsabilità e punirla, affinché rappresenti un monito per il settore manifatturiero e industriale; il secondo aspetto entra nel profondo delle coscienze perché, a tempo debito, qualcuno dovrà spiegare al bambino di Luana chi ha ucciso sua madre per aver manomesso un macchinario per fare più produzione".






















