Per far fronte al forte aumento di giovani in condizione di Neet, a maggio 2014 l’Unione europea ha promosso il primo intervento di politiche attive strutturato, Garanzia Giovani (Youth Guanteria), rivolto agli Stati membri con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%. Anche l’Italia, che nel 2014 registrava un tasso di disoccupazione giovanile pari al 46,2% e un tasso di incidenza di Neet del 27,4%, è stata quindi destinataria del programma. Cgil e ActionAid, nell’ambito delle attività della campagna “Giovani in pausa: che spreco!” hanno analizzato i risultati del programma. 

GARANZIA GIOVANI, BREVE STORIA

Garanzia Giovani è stata avviata nel nostro Paese nel biennio 2015-2016 ed è terminata, con due anni di ritardo, il 31 dicembre 2023. Il programma, con una disponibilità finanziaria di 2,8 miliardi di euro, aveva l’obiettivo di offrire un percorso personalizzato finalizzato all’inserimento lavorativo attraverso misure quali accompagnamento al lavoro, tirocinio, formazione, apprendistato, servizio civile, auto-imprenditorialità e mobilità professionale.

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I GIOVANI COINVOLTI NEL PROGRAMMA

Dal 2014 ad agosto 2023, circa 1,7 milioni di giovani si sono registrate/i a Garanzia Giovani, ovvero circa l’82% della popolazione giovanile residente in Italia in condizione di Neet. Ad accedere al programma sono stati soprattutto ragazzi (52%) di età compresa tra i 19 e i 24 anni (56,2%) residenti nel Sud Italia e nelle Isole (43,4%). Di questi, il 47,6% ha completato il percorso intrapreso, ma solo il 32% di loro alla fine del programma ha trovato un’opportunità lavorativa. In altre parole, Garanzia giovani ha dato una risposta solo al 26% di giovani in condizione di Neet.

POLITICHE (POCO) ATTIVE 

Circa 1,4 milioni di giovani, ovvero l’84,7% dei registrati al programma, è stato preso in carico da Centri per l’impiego e Agenzie private del lavoro, ma solo il 60,9% di loro è stata/o destinataria/o di una misura di politica attiva del lavoro. Se a registrarsi sono stati in misura maggiore giovani residenti nei territori del Sud Italia e delle Isole, con un’istruzione secondaria superiore o inferiore, a beneficiare del successo del programma sono stati soprattutto uomini (58,8%) di età compresa tra i 19 e i 25 anni (58%), residenti nelle regioni del Nord ovest e in possesso di un titolo di istruzione terziaria (61%). Giovani quindi che, probabilmente, avrebbero trovato un’opportunità lavorativa o formativa a prescindere dal programma intrapreso.

DIVARI TERRITORIALI E DI GENERE

I dati sulle registrazioni e le prese in carico confermano, inoltre, la miopia del programma proposto rispetto sia alle disparità di genere che ai divari territoriali che caratterizzano il nostro Paese. Nonostante, infatti, le giovani donne rappresentino la quota più ampia della popolazione Neet (57,9%), i dati sull’attuazione di Garanzia Giovani evidenziano come queste ultime siano state raggiunte dal programma con maggiore difficoltà, 48 contro 52%. Allo stesso modo, il programma non sembra aver preso in considerazione le specificità del tessuto produttivo locale che determinano il fabbisogno occupazionale del territorio, né le capacità dei servizi per il lavoro di intervento che risulta essere diversificata a livello territoriale.

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NORD VERSUS SUD 

Infatti, nonostante la quota maggiore di giovani registrati e presi in carico risieda nelle regioni del Sud e delle Isole, ad aver beneficiato di misure di politica attiva in quota maggiore e a registrare un tasso di occupazione più alto a conclusione del percorso intrapreso sono soprattutto giovani residenti nei territori settentrionali del Paese (74,1%), dove la domanda di lavoro è più alta e il tasso di efficacia dei servizi per l’inclusione lavorativa tocca il 69%.