Mentre l’Italia affronta una delle estati più torride degli ultimi anni, Glovo e Deliveroo hanno annunciato una serie di misure per “tutelare” i rider dal caldo estremo: corsi online su tutelarsi dalle alte temperature, bonus da 10 centesimi per ogni consegna con oltre 32 gradi, un bonus economico di 50 centesimi per ogni giorno in cui viene completata almeno una consegna con temperature superiori o uguali ai 32° C per l’acquisto di sali minerali e un rimborso una tantum di 5 euro per una borraccia termica. Ma per NIdiL Cgil si tratta di provvedimenti “del tutto unilaterali e insufficienti”, non solo inadeguati rispetto ai reali rischi per la salute, ma anche in aperta violazione di un’ordinanza del Tribunale di Milano.

L’ordinanza dell’8 luglio 2025, frutto di un ricorso promosso da Filcams e NIdiL Cgil ha imposto, infatti, a Glovo (Foodinho s.r.l.) di mettere a disposizione dei rider adeguati dispositivi di protezione, abbigliamento idoneo, acqua, sali minerali e creme protettive e avviare un confronto immediato e una consultazione preventiva con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLST) sui rischi legati alle ondate di calore, tenendo conto di fattori come età, genere, maternità, provenienza e forma contrattuale.

“Le piattaforme – spiega Roberta Turi, segretaria nazionale di Nidil -, invece di rispettare il provvedimento del giudice, continuano a muoversi in autonomia, ignorando il ruolo del sindacato e offrendo soluzioni parziali, inadeguate e non concordate. Non bastano un corso online e pochi centesimi a consegna per garantire sicurezza. Serve un cambiamento strutturale.”

Urgente intervenire con norme vincolanti per tutelare chi lavora sulle piattaforme digitali – conclude la segretaria NIdiL –. La nuova Direttiva europea sul lavoro tramite piattaforme digitali (Direttiva 2024/2831) va proprio in questa direzione: promuove la corretta classificazione dei rapporti di lavoro, riconosce il diritto all’informazione e alla consultazione sui rischi per la salute, e impone obblighi specifici per garantire la sicurezza e la salute anche in presenza di sistemi di gestione algoritmica. I rider non possono più aspettare. Lavorano a cottimo, per pochi euro a consegna, spesso in condizioni di rischio elevato. Chiedono tutele, diritti e dignità. Come sindacato siamo pronti a fare la nostra parte. Ma le piattaforme devono rispettare la legge.”