Per il gruppo Dema si avvicina la resa dei conti. A seguito delle proteste dei lavoratori, la Fiom Cgil ha ottenuto una convocazione per oggi (lunedì 14 settembre) al ministero dello Sviluppo economico. Due sono i nodi che il sindacato proverà a sciogliere: “”, dichiara Claudio Gonzato, coordinatore generale del settore difesa-aerospazio per la categoria nazionale. L’azienda, attiva nel comparto dal 1993, era impegnata nel programma di risanamento. Con lo scoppio della pandemia si è ritrovata in forte difficoltà a mantenere gli impegni presi con l’Inps.

In effetti, la crisi innescata dall’emergenza Covid-19 ha acuito i problemi di un’azienda che versava in cattive acque già da tempo. Nel giro di pochi anni ha redatto ben tre piani di ristrutturazione del debito, ogni volta mettendo a rischio i suoi 700 dipendenti, divisi tra le sedi di Somma Vesuviana (Napoli), Paolisi (Benevento) e Brindisi. Professionalità e competenze preziose, le loro, senza le quali Dema “non riuscirebbe a continuare a vendere i suoi prodotti a livello mondiale”, sottolinea l’esponente Fiom.


Eppure, a oggi, questi lavoratori possono contare solo sugli ammortizzatori sociali. Come se non bastasse, l’accordo sulla rotazione della cassa integrazione è stato stracciato dalla dirigenza nell’arco di una mattinata. Per il delegato Fiom Andrea Morisco si è trattato di un “tentativo di strumentalizzare i lavoratori” per mettere in scacco l’Istituto di previdenza. La risposta degli operai non si è fatta attendere: il giorno stesso (giovedì 3 settembre) alcuni dipendenti di Somma Vesuviana sono saliti sul tetto dello stabilimento partenopeo, per poi passarci tutta la notte. La mattina dopo è giunta la convocazione dal ministero che adesso dovrà offrire soluzioni non solo alla Dema, ma anche all’intero settore aerospaziale.

Già dalle prime settimane di lockdown, infatti, si sono registrati drastici cali dei volumi produttivi (stimati per oltre il 50 per cento). Secondo tutti gli analisti si “tornerà a livelli del 2019 non prima del biennio 2022-2023”, avverte Gonzato. Perciò, conclude il sindacalista, saranno “necessari ingenti investimenti” per “sviluppare nuove tecnologie” e “garantire il futuro” di una delle principali eccellenze del Paese.