Quasi 2.000 euro in meno. A tanto ammonterebbe la perdita dei salari nei prossimi quattro anni applicando il modello proposto da Confindustria sull’inflazione. È quanto emerge da uno studio dell’Ires (l’Istituto di ricerca della Cgil) presentato oggi a Roma. Dati alla mano, il sindacato di Corso Italia spiega il proprio “no” alla proposta che gli industriali hanno portato al tavolo per riformare i modelli contrattuali. Se tornassimo indietro nel tempo e applicassimo il modello proposto da Viale dell'Astronomia, spiega l’Ires, negli ultimi quattro anni un chimico avrebbe perduto 1.465 euro, un metalmeccanico circa mille. E i salari, già sostenuti a malapena dal modello del 1993 che si cerca di superare in questa trattativa, sarebbero destinati a ridursi ancora di più nel prossimo futuro.

Tre i motivi principali che hanno causato lo stop della trattativa. In primo luogo, appunto, l’indice proposto da Marcegaglia & Co. sull’inflazione. La Cgil vuole adottare quello che viene definito “indice armonizzato europeo” per difendere i salari; la Confindustria pretende però che questo valore non consideri né l’inflazione importata né quella sul costo dell’energia. Che significa, di fatto, far pagare due volte ai lavoratori (nel salario e nelle bollette) i costi energetici. Il secondo motivo sta nel cosiddetto “punto di valore”, cioè la base su cui si calcolano gli aumenti contrattuali: “Gli industriali – ha detto Epifani – vogliono ridurre di molto questa base di partenza: ad esempio il 12 per cento in meno per i meccanici, di più per chimici e alimentaristi, un terzo per i trasporti”. Infine c’è il tema della contrattazione decentrata. "Oggi - prosegue lo studio - coinvolge il 30 per cento dei lavoratori, ma solo il 4 per cento del Mezzogiorno, mentre nelle imprese sotto i 20 dipendenti oscilla dal 4 all’8 per cento". Secondo lo schema di Confindustria, sottolinea l’Ires, “l’istituto di perequazione per chi non contratta esclude automaticamente chi riceve aumenti unilaterali sotto qualsiasi forma. Quindi, non si incentiva l’allargamento della contrattazione per accrescere la produttività”, che è l'obiettivo della piattaforma sindacale. Di fronte a tutto ciò, ribadisce infine l’Ires, la situazione è aggravata dalle decisioni del governo, che non restituisce il fiscal drag (362 euro per l’anno in corso, addirittura a 1.182 euro nel periodo 2002-2008) e nella manovra economica triennale non prevede alcuna detrazione fiscale per lavoratori dipendenti e pensionati.

Epifani, non abbandoniamo il tavolo fino all’ultimo
“La Cgil non abbandonerà il tavolo di trattativa. Parteciperà agli incontri fino all’ultimo anche per rispetto di Confindustria e di Cisl e Uil”. Così Guglielmo Epifani ha spiegato le prossime mosse della sua organizzazione: “Quando le cose sono trasparenti e rigorose - ha detto - non ci alziamo dal tavolo. Abbiamo detto che la trattativa è esaurita e che sulla base di quella proposta non ci siamo proprio. Ma fino all'ultimo resteremo per svolgere la nostra funzione, anche per rispetto dei nostri interlocutori e dei colleghi di Cisl e Uil”. Con le altre confederazioni, ha aggiunto, “abbiamo differenze sul merito per le quali sarebbe opportuno provare a sederci attorno a un tavolo, perché una volta firmato quest'accordo, bisogna applicarlo e noi vogliamo essere sicuri di quello che facciamo”. Infine, rispetto alla posizione di Confindustria e a un eventuale accordo senza la Cgil, “Marcegaglia decida secondo la propria coscienza - ha sottolineato Epifani -. Non mi permetto di dare consigli a nessuno, ma il presidente di Confindustria deve riflettere bene perché ogni scelta ha le conseguenze. Il potere di fare un accordo separato ce l'ha sempre l'azienda e quindi tocca a Confindustria decidere: quello che può succedere lo dirò solo il giorno dopo, ma sin d'ora è certo che se ci fosse una firma separata non si semplificherebbe la vita né per l'azienda né per i lavoratori. In ogni caso non tocca a me suggerire agli altri cosa decidere”.

La Cisl si mobilita per il "sì"
Nel frattempo la confederazione guidata da Bonanni forza la mano e decide di muoversi da sola, organizzando per sabato prossimo una manifestazione nazionale “a favore della chiusura del negoziato per la riforma della contrattazione e per un patto sociale sulla crescita”. L’iniziativa si terrà al Palazzetto dello sport di Viale Tiziano (ore 9.30), con lo slogan “La Cisl unisce, la Cisl contratta, la Cisl si mobilita”.