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Quattro ore di sciopero oggi (lunedì 9 settembre) alle acciaierie Ast di Terni. Due i motivi della protesta: l'annuncio improvviso dell'apertura della cassa integrazione per 13 settimane, che scatterà il 30 settembre per 1.200 lavoratori; il “taglio” di quattro unità lavorative nel reparto Bramme 3, deciso “senza discuterne con la Rsu”. Lo sciopero si svolgerà a fine turno per tutti e tre i turni, mentre si terrà martedì 10 settembre per la quarta squadra. A soli due mesi dall'accordo sottoscritto al ministero dello Sviluppo economico, dunque, tornano tese le relazioni tra impresa e sindacati.
“La direzione aziendale ha convocato la Rsu di Ast per comunicare la riduzione di un’unità lavorativa a turno nell'area Cc03 di Acc (Bramme 3), motivandola con un investimento che, dal loro punto di vista, ha comportato sostanziali miglioramenti organizzativi”, spiega una nota sindacale: “Tale volontà ci fu annunciata per la prima volta circa un anno fa e da allora, a fronte delle legittime spiegazioni date dai lavoratori e dalle stesse Rsu, circa le difficoltà e i rischi di sicurezza presenti, l’azienda aveva ritenuto opportuno, almeno finora, non procedere alla riduzione”.
Ma improvvisamente le cose sono cambiate. “In modo del tutto scorretto e senza discuterne con le Rsu, venendo meno all'importanza e al valore delle relazioni sindacali, nei giorni scorsi l’azienda ha trasferito in altre aree due delle quattro unità lavorative individuate”, prosegue il comunicato: “I responsabili aziendali non sono stati in grado di rispondere compiutamente e in maniera convincente alla ragioni contrarie da noi supportate, ragioni che dal nostro punto di vista sono tali da non poter giustificare la riduzione di personale in quell'impianto”.
Il 30 settembre prossimo, dunque, partirà il periodo di cassa integrazione di circa tre mesi, coinvolgendo 1.200 lavoratori tra operai e impiegati. Una decisione che Ast giustifica con “una contrazione del mercato di riferimento che ha determinato il conseguente calo di commesse di lavoro registratosi ormai da qualche tempo, proveniente soprattutto da parte della committenza abituale”.
Ma per Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom di Terni, qualcosa non torna. “È preoccupante come, a fronte di dati forniti da esperti di settore, che indicano un aumento dei consumi di acciaio inox nel mondo mediamente del 6 per cento, ma anche rispetto alle strategie commerciali e di mercato messe in campo dai competitor europei, Ast, con il potenziale che può esprimere, 'galleggi' in attesa che passi la nottata”, spiega l’esponente sindacale: “Pur comprendendo le difficoltà, anche legate alla situazione confusionaria in cui versa ThyssenKrupp, riteniamo che tutto ciò non possa sempre ricadere sui lavoratori, che come al solito sono chiamati a sacrifici per colpe certamente non loro”.
Per il segretario generale della Fiom ternana, l’annunciata cassa integrazione “dovrà essere accompagnata da una discussione per chiarire gli obiettivi dei volumi per l’anno 2019/2020. Ciò è necessario perché, qualora le difficoltà non fossero contingenti e temporanee, ma al contrario fossimo di fronte a un problema strutturale, potrebbero allora venire meno anche gli impegni che Ast ha sottoscritto al ministero nel recente accordo”.