“Un inferno di fuoco”. Sono agghiaccianti le testimonianze dei soccorritori arrivati per primi sul luogo dell’incidente ferroviario occorso nella serata del 28 novembre in Calabria e nel quale hanno perso la vita una lavoratrice e un lavoratore.

I fatti

Tutto è avvenuto intorno alle 7 di sera a un passaggio a livello in località Thurio, nei pressi di Corigliano Rossano, provincia di Cosenza, dove un treno regionale, il 5677, che collega Sibari a Catanzaro, ha travolto un camion che era rimasto incastrato sui binari. Due le vittime, Maria Pansini, la capotreno del convoglio originaria di Catanzaro Lido, e l’uomo alla guida dell’automezzo, il giovane 24enne di origini marocchine Said Hannaoi. Quattro feriti lievi tra cui il conducente del treno che si è salvato miracolosamente. Illesi i 10 passeggeri. In seguito all’impatto il treno ha preso fuoco e lo scenario che si è presentato, all’arrivo tempestivo dei soccorritori – il personale del 118, i Vigili e le Forze dell’Ordine – è stato quello di lamiere contorte e lunghe lingue di fuoco.

Il commento di Angelo Sposato, Cgil Calabria

"Esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza ai familiari delle vittime dell'incidente ferroviario nei pressi di Thurio di Corigliano Rossano – ha detto Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Calabria –. Una tragedia, un ennesimo incidente che dimostra quanto ancora c'è da fare per mettere in sicurezza le nostre infrastrutture. È accaduto purtroppo nella linea più abbandonata del Paese, quella Jonica della Calabria a binario unico non elettrificato, dove viaggiano treni degli anni settanta, dove esistono passaggi a livello pericolosi, dove non vengono garantiti standard di sicurezza per il personale in servizio e per i viaggiatori”.

“Non si può più aspettare l'ennesima morte annunciata – ha concluso Angelo Sposato –, Rfi deve dare risposte concrete sulla sicurezza e sugli investimenti”.

Il 30 novembre è sciopero

Sciopero di otto ore giovedì 30 novembre, dalle 9 alle 17, dei lavoratori di tutto il gruppo Fs italiane e di tutte le imprese ferroviarie per denunciare la “fragilità di un sistema infrastrutturale dimostratosi nuovamente inadeguato per utenza e lavoratori”.

A proclamarlo sono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl ferrovieri, Orsa trasporti e Fast Confsal.

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