Domani, mercoledì 13 febbraio, i sindacati dei metalmeccanici saranno dalle ore 11 sotto al Mise per protestare contro la mancata convocazione del tavolo ministeriale sulla vertenza Blutec di Termini Imerese. Ludovico Guercio, segretario Fim Palermo, Roberto Mastrosimone segretario generale della Fiom Sicilia, Vincenzo Comella segretario Uilm Palermo, insieme alle segreterie confederali e ai sindaci del comprensorio, saranno in piazza per ricordare al governo i tre punti che il Ministro Luigi Di Maio aveva annunciato il 26 ottobre.

E cioè la tutela degli ammortizzatori sociali dei lavoratori dell'indotto, il rinnovo del decreto per la cassa integrazione dei lavoratori Blutec e le prospettive occupazionali con il coinvolgimento di Fca per dare risposte ai 1000 lavoratori ex Fiat e dell'indotto.

La situazione per la newco del gruppo Metec che nel 2014 ha rilevato lo stabilimento ex Fiat sta diventando esplosiva, con oltre mille lavoratori in attesa di una soluzione industriale da più di otto anni. “La mobilitazione dei lavoratori ha spinto il Vice Capo di Gabinetto del Mise, l'ingegner Giorgio Sorial a convocare per il 5 marzo alle ore 16 un incontro sulla vertenza Blutec di Termini Imerese. La decisione di convocare il tavolo con Invitalia, l'azienda e le organizzazioni sindacali è un tardivo primo passo, ma i lavoratoti non possono aspettare un altro mese senza il pagamento degli ammortizzatori sociali. Ci aspettiamo però che a questo tavolo partecipi il Ministro Luigi Di Maio, vista la gravità della situazione". Lo afferma Michele De Palma, segretario nazionale Fiom. "In attesa dell'incontro, è indispensabile che il Mise e l'azienda garantiscano il reddito di lavoratori che da anni sono in cassa integrazione.  Domani mattina comunque saremo al Mise insieme ai sindaci del comprensorio e alle altre organizzazioni sindacali. Auspichiamo che già domani una delegazione possa essere ricevuta per un primo chiarimento sulla vertenza”.

Oltre ai sindacati, davanti al ministero ci saranno infatti i sindaci del territorio (Città metropolitana di Palermo, Termini Imerese, Lascari, Sciara, Caccamo, Aliminusa, Cerda, Cefalù, Trabia, Ventimiglia e Campofelice). “Ciò che preoccupa maggiormente è l'assenza di riscontro da parte del ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico, e questo nonostante le nostre ripetute sollecitazioni”, scrivono i primi cittadini in una lettera inviata al premier Conte e al ministro Di Maio, evidenziando il “grave silenzio del governo” sulla vertenza. I sindaci lamentano “l’assenza di prospettive concrete, il rischio di perdere anche quel minimo sostentamento derivante dagli ammortizzatori sociali, in un territorio come quello imerese, caratterizzato da un alto tasso di disoccupazione e dalle fragili caratteristiche socio-economiche, che non consente di sostenere ulteriori passi indietro”.

“I lavoratori di Termini Imerese sono senza anticipo degli ammortizzatori sociali, senza la convocazione di un incontro, senza piano industriale e occupazionale. E manca anche l'estensione della cassa integrazione per i lavoratori dell'indotto”, afferma Francesca Re David, segretaria generale Fiom Cgil. “Di Maio - continua Re David - aveva garantito, nel corso dell'unico incontro a cui ha partecipato al Mise, di seguire direttamente la vertenza, successivamente ha confermato il proprio impegno davanti lo stabilimento di Termini Imerese, ma a tutte queste affermazioni non sono seguiti i fatti”.

“Anzi - conclude -, i sindaci del comprensorio e le organizzazioni sindacali sono costretti domani mattina, per l'ennesima volta, ad un presidio sotto al Ministero dello sviluppo economico per le inadempienze della Blutec e l'assenza del governo”.