Serve un patto con governo e imprese per garantire la transizione ecologica e l’occupazione. Questa la richiesta della Fiom Cgil alla riunione del tavolo sull’automotive che si è tenuta giovedì 24 giugno a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico, con la presidenza del ministro Giancarlo Giorgetti. “Abbiamo proposto un tavolo specifico per costruire un accordo con il governo e le imprese, in modo che il processo di transizione industriale ed ecologica garantisca l'occupazione in tutta filiera produttiva dell’automotive attraverso l’innovazione tecnologica, a partire da Stellantis”, commentano il segretario nazionale Michele De Palma e il coordinatore nazionale del settore Simone Marinelli.

“Le risorse del Pnrr – argomentano i due esponenti sindacali – devono servire a un piano nazionale di politica industriale che raggiunga l’obiettivo di governare la transizione, provando a recuperare il ritardo rispetto agli altri Paesi europei”. L'accordo per la transizione deve coinvolgere anche il ministero del Lavoro, in quanto “si dovranno mettere in atto gli strumenti per la formazione, la staffetta generazionale (attraverso incentivi ai pensionamenti e assunzioni di giovani), la riduzione dell’orario e la redistribuzione del lavoro”.

La Fiom evidenzia che “bisogna tagliare la distanza tra Roma e i lavoratori nelle fabbriche e negli uffici che rischiano il posto di lavoro, come alla Denso di Chieti in cui sono stati dichiarati circa 200 esuberi o alla Bosch di Bari, stabilimento che produce il diesel, dove a rischiare il posto sono 600 lavoratrici e lavoratori; fino alle aziende che producono motori e cambi nel gruppo Stellantis, alle aziende della componentistica che soffrono del calo dei volumi produttivi, alla Marelli che produce sistemi di scarico o sospensioni per le auto endotermiche”. A questo si aggiungono le preoccupazioni per la Blutec di Termini Imerese (Palermo), su cui “non abbiamo ancora informazioni, e per la crisi dei conduttori e l’aumento dei costi delle materie prime che stanno generando un forte ricorso agli ammortizzatori sociali in tutta la filiera dell’automotive”.

Il confronto tra governo, aziende e sindacati “deve proseguire riconvocando in tempi certi il tavolo su Melfi e su gli tutti gli altri stabilimenti di Stellantis”. De Palma e Marinelli ritengono anche necessario “aprire il confronto con il ministero della Transizione ecologica sull’allocazione della gigafactory. Noi chiediamo che si faccia in Italia, c’è una candidata naturale che è Torino, perché a Mirafiori c'è già un hub”. I due esponenti Fiom, in conclusione, affermano che “c'è bisogno di un piano che garantisca i veicoli ibridi ed elettrici su tutti gli stabilimenti, quindi chiediamo un patto di cinque anni sull'occupazione, perché siamo alla fine del piano industriale di Fca e all'inizio del piano di Stellantis. Vogliamo un accordo che garantisca la piena occupazione, non i licenziamenti, e un sostegno al reddito dei lavoratori. Il futuro della mobilità si costruisce con l'innovazione e l’occupazione”.