In ballo ci sono 18 mila posti di lavoro. Sono i dipendenti coinvolti nell’acquisizione da parte di Conad, conclusa alla metà di maggio, delle attività retail di Auchan e della rete dei 1.300 punti vendita affiliati Simply e Sma. Una maxi operazione che cambia la geografia della grande distribuzione alimentare in Italia, e che sta provocando grandi preoccupazioni ai lavoratori. Oggi (martedì 28 maggio) a Roma per la prima volta s’incontrano aziende e sindacati: l’appuntamento è alle ore 10, presso il ministero dello Sviluppo economico. In contemporanea si tiene anche un presidio sotto la sede del dicastero, mentre a livello territoriale si astengono dal lavoro gli addetti Auchan, Simply e Sma.

“La presenza di Conad al vertice ci permetterà di conoscere il piano industriale con tempi e modalità dell'operazione, perché al momento non si capisce se siamo di fronte all'acquisizione di un ramo d'azienda o a un passaggio di quote azionarie”, commenta Cristian Sesena, segretario nazionale della Filcams Cgil: “In ogni caso, tra i lavoratori c'è fortissima preoccupazione per le ricadute occupazionali”. Il timore dei sindacati, infatti, è che numerosi punti vendita delle due catene sono a rischio sovrapposizione, quindi potrebbero esserci chiusure di negozi e conseguenti esuberi.

Ad acquisire ipermercati, supermercati e convenience store Auchan è la newco Bdc Italia, formata dal 51 per cento di Conad e dal 49 da Wrm Group (soggetto specializzato in real estate commerciale, di proprietà del finanziere Raffaele Mincione). Il valore dell’affare è stimato tra 700 milioni e un miliardo di euro. Restano fuori dall’accordo con Conad i 33 punti vendita a gestione diretta in Sicilia (che dovrebbero passare al gruppo dei fratelli Arena) e i 50 drugstore a marchio Lillapois. L’operazione è al vaglio dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che dovrà ora pronunciarsi sulla presenza di situazioni riconducibili all'abuso di posizione dominante.

“Siamo preoccupati per i 18 mila lavoratori diretti e chiederemo a Conad impegni certi sul loro destino occupazionale”, aggiunge il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell'Orefice: “Siamo ancora più preoccupati per i contraccolpi sulla rete di affiliati Simply e Sma, che conta circa 1.300 punti vendita in Italia. Un arcipelago nel quale non sono presenti relazioni industriali come con la casa madre, pertanto diventa ancora più difficile prevedere gli effetti collaterali, da un punto di vista della tutela del posti di lavoro, che deriverebbero dall'acquisizione”.