“Nei giorni scorsi si sono riunite per la prima volta a Cremona, con la Fiom nazionale, le Rappresentanze sindacali unitarie del gruppo Arvedi e le strutture territoriali della Fiom interessate”. A darne notizia è Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil, sottolineando che la Fiom è “la prima organizzazione di rappresentanza nel gruppo, per numero di delegati e presenza sindacale in tutti gli stabilimenti”.

Arvedi, con 6.600 lavoratrici e lavoratori, è il secondo gruppo siderurgico italiano dopo l’ex Ilva, sicuramente dal punto di vista tecnologico e della varietà delle produzioni, uno dei più avanzati in Europa e al mondo. Produce circa cinque milioni di tonnellate annue di acciaio laminato piano nelle varie tipologie, compresi tubi e fucinati. Inoltre, vende e produce impianti siderurgici a forno elettrico con laminazione, brevettati, in varie parti del mondo.

“L’iniziativa – prosegue Scarpa – ha dato la possibilità di avviare un primo confronto sulla situazione del gruppo, degli stabilimenti, nonché delle strategie industriali, investimenti e criticità. Dalla giornata di confronto tra le delegazioni è emerso, come da sempre sosteniamo, l’importanza che hanno gli investimenti tecnologici per affrontare non solo i temi di produttività e di efficienza, ma soprattutto i temi di salute e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori e per l’ambiente”.

Scarpa ritiene “importante che vada ripresa quanto prima la discussione sul piano industriale di Ast Terni e sulle garanzie degli investimenti pubblici e privati. Sta passando troppo tempo, l’accordo di programma giace nel silenzio di istituzioni, governo e azienda, da oltre due anni. Ci sono 2.400 lavoratrici e lavoratori diretti, più altri 1.500 circa dell’indotto, che attendono risposte. Stanno finendo le risorse per la decarbonizzazione, disponibili solo fino al maggio 2026, risorse che l’Italia non ha ancora utilizzato”.

Per il coordinatore nazionale Fiom l’azienda “deve assumersi le proprie responsabilità e riaprire il confronto sul piano industriale, mentre il ministro Urso deve convocare immediatamente le organizzazioni sindacali al Mimit”.

Loris Scarpa così conclude: “Serve accelerare la soluzione di questa vicenda che getta ombre su tutto il gruppo, visto il rallentamento degli investimenti in tutti i siti, incluso quello di Trieste, a maggior ragione alla luce di ciò che avviene nel campo dell’energia e delle politiche sul rottame”.