Otto ore di sciopero giovedì 4 luglio a Taranto, indette da Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Ugl per protestare contro l'avvio della procedura di cassa integrazione ordinaria da parte di ArcelorMittal per 1.395 dipendenti dello stabilimento. A fermarsi, inoltre, saranno anche i lavoratori dell'appalto e dell'indotto che ruota attorno al siderurgico. L'astensione dal lavoro riguarderà quindi tutto il polo dell'acciaio a Taranto, tra diretti e indiretti. I lavoratori terzi effettueranno un presidio davanti alla portineria delle imprese. “Siamo dinanzi a un atteggiamento fortemente unilaterale e tristemente in continuità col passato”, commentano i sindacati metalmeccanici.

Fiom, Fim e Uilm contestano ad ArcelorMittal “atteggiamenti poco trasparenti e sicuramente privi della giusta attenzione e considerazione dei lavoratori dell'appalto, i quali hanno pagato e continuano a pagare a caro prezzo le ricadute di scelte miopi e insensate”. I sindacati manifestano la loro opposizione verso la “differenziazione contrattuale dei lavoratori a parità di attività svolta, che ne alimenta la divisione nel contesto sociale”. Inoltre, sottolineano “la mancanza di trasparenza sull'affidamento degli appalti, talvolta assegnati al massimo ribasso e che svendono professionalità, mettendo a rischio il requisito della salvaguardia della salute e della sicurezza in fabbrica”. Per le sigle metalmeccaniche non c'è da parte di ArcelorMittal “la dovuta considerazione delle altissime professionalità già presenti nel territorio”, per puntare invece alla “ricerca sfrenata di competenze al di fuori del perimetro locale”. Infine, si contesta all'azienda la “mancanza di politiche industriali nel perimetro dell'appalto che sia in grado di garantire ai lavoratori una prospettiva reale e di lungo termine”.