Un anno di lotte sindacali, sciopero, manifestazioni, trattative serrate. Ma il risultato si è finalmente ottenuto. Il 14 luglio 2022 la multinazionale finlandese Wärtsilä annunciava la chiusura della linea produttiva di motori navali nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra (Trieste), con il contestuale licenziamento di 451 lavoratori (su 970 complessivi).

Il 31 luglio, appunto a un anno di distanza, è stata siglata l’intesa (da governo, Regione Friuli Venezia Giulia, azienda e sindacati) che proroga l'accordo sottoscritto il 29 novembre 2022, riconfermando l'impegno a sostenere il percorso di reindustrializzazione del sito. L'accordo riconosce anche il vincolo della multinazionale a non aprire alcuna procedura di licenziamento sino alla scadenza dell'addendum, almeno fino al 31 dicembre 2023.

Nel corso del vertice che si è tenuto al ministero delle Imprese, governo e Wärtsilä hanno anche comunicato la manifestazione d’interesse congiunta presentata in questi giorni da due importanti player del settore energetico, Mitsubishi e Ansaldo Energia, che potrebbero assicurare il rilancio della produzione e il riassorbimento della forza lavoro.

La posizione dei sindacati

“La manifestazione d’interesse da parte di due importanti società operanti nel settore della produzione di energia rappresenta una positiva novità per la reindustrializzazione del sito di Trieste”, commentano Luca Trevisan (segretario nazionale Fiom Cgil), Massimiliano Nobis (segretario nazionale Fim Cisl) e Guglielmo Gambardella (segretario nazionale Uilm Uil).

“L’accordo – proseguono i dirigenti sindacali – prevede che il governo convochi le parti firmatarie in un primo incontro, entro il 30 settembre prossimo, per presentare lo stato di avanzamento della manifestazione di interesse presentata da Ansaldo Energia e Mitsubishi, e il relativo piano industriale comprensivo degli impegni sulla salvaguardia dell’occupazione”.

Per Trevisan, Nobis e Gambardella “dare continuità occupazionale e industriale allo stabilimento di Bagnoli della Rosandra per realizzare la filiera della produzione dell’idrogeno è una scelta di politica industriale, che può delineare un nuovo settore strategico per tutto il Paese”.

È su quest’obiettivo che Fiom, Fim e Uilm intendono “misurare l’azione del governo, che deve utilizzare tutte le leve di cui dispone per trasformare la manifestazione di interesse in un progetto di reindustrializzazione compiuto, vincolante anche per la stessa Wartsila Italia. Gli stessi ammortizzatori sociali devono essere finalizzati a questo obiettivo e accompagnare alla positiva conclusione della vertenza”.