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la vertenza

Bocciata la stabilizzazione dei ricercatori. La protesta allo IOV e all'IZS di Padova

Luigi Perissinotto
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Bocciato per motivi tecnici un emendamento al Decreto Bollette che conteneva la norma per dare prospettive certe ai lavoratori della ricerca sanitaria. Nei due istituti della provincia veneta Sono 120 circa le persone coinvolte

A prevalere è soprattutto la disillusione e la frustrazione. E anche un po’ di sensazione di smarrimento perché questa sembrava davvero la volta buona. Eppure, nonostante l’intero arco parlamentare fosse favorevole, l’inserimento dell’art. 16-bis nel DL 34/2023 – si trattava di un emendamento al Decreto Bollette contenente la norma sulla stabilizzazione dei precari della ricerca sanitaria – è stato bocciato. È successo che il testo, così come approvato dalle Commissioni Finanze e Affari Sociali, dopo essere approdato all'esame dell'Aula della Camera è stato poi rinviato per alcuni correttivi e purtroppo, per circa un migliaio di ricercatori in Italia, la norma sulla stabilizzazione dei precari di Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e Istituti zooprofilattici sperimentali (Izs) è saltata dopo che la Commissione Bilancio ne ha chiesto lo stralcio in seguito ai rilievi del Servizio di Bilancio della Camera sui problemi di coperture e sul mancato chiarimento del numero di persone da stabilizzare.

Ma che a infrangere per l’ennesima volta, dopo anni di sacrifici e precariato, il sogno di un contratto a tempo indeterminato sia stata una motivazione “tecnica” e non “politica”, non sposta più di tanto le cose. A Padova, tra IOV (Istituto Oncologico Veneto) e IZS, sono circa 120 i ricercatori e i collaboratori di supporto alla ricerca coinvolti da questa impasse sul loro futuro lavorativo e nel corso degli anni hanno visto assottigliare le proprie file come avvenuto a livello nazionale.  Basti pensare che in Italia nel 2019 erano stati assunti 1.800 ricercatori sanitari – passando da co.co.pro. e borse di studio al contratto a tempo determinato (5+5 anni) – che nel 2021 sono scesi a 1.290. Nel frattempo, quasi un terzo ha scelto di andare all'estero o di lavorare nel privato. Abbandoni numericamente importanti registrati anche nel territorio padovano dove i ricercatori e i collaboratori di supporto sono passati dai circa 145 del 2020 ai 120 attuali tra Zooprofilattico e Iov.

“Stiamo parlando di lavoratori – dice Alessandra Stivali, segretaria generale della Fp Cgil Padova – che si occupano di questioni fondamentali, che fanno ricerca sul cancro e su virus che, attraverso il salto di specie, sono in grado di mettere in ginocchio un intero pianeta, come è successo con il coronavirus. Muovono miliardi di euro, sono corteggiati sia all’estero che dai privati, eppure non si riesce a provvedere alla loro stabilizzazione. Voglio ricordare che si tratta di lavoratrici e lavoratori che durante il Covid si sono occupati delle analisi dei tamponi e hanno fatto ricerca, mettendosi sempre a disposizione. Siamo consapevoli che si tratta di una questione nazionale, però crediamo che anche la Regione possa dare il suo contributo attraverso la Conferenza Stato-Regioni. È assurdo che l'emendamento sia saltato perché non erano arrivati i numeri dal Ministero, sono numeri che abbiamo anche noi”.  

(Dichiarazione video di Alessandra Stivali, segretaria generale Fp Cgil Padova)

“L’emendamento per la nostra stabilizzazione – si aggiunge Micol Silic-Benussi, ricercatrice e delegata Fp Cgil Padova allo Iov – è saltato per un cavillo e, nonostante una parte dei soldi a noi riservati fosse stata già stanziata, ci ritroviamo di nuovo a capo. Si tratta di una delusione fortissima perché stavolta ci avevamo creduto e finalmente ci sembrava di aver visto una luce in fondo al tunnel. Voglio ricordare che ci sono ricercatori che hanno alle spalle trent’anni di precariato e questo non è accettabile. Così come non è tollerabile che in Italia la ricerca gravi unicamente sulle spalle dei precari, costringendoli a un presente di sacrifici e rinunce in cambio di una pacca sulle spalle e nessun futuro professionale“.

(Dichiarazione video di Micol Silic-Benussi, ricercatrice e delegata Fp Cgil)