Le misure contenute nel decreto lavoro approvato dal Consiglio dei ministri il primo maggio sono "varie ed articolate", ma "non costituiscono un intervento coerente e adeguato" rispetto alla necessità di contrasto alla precarizzazione del mercato. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nel corso di un'audizione al Senato. "Si persegue invece la logica del lavoro a termine, di accondiscendenza alle richieste di flessibilità delle imprese, anziché pensare di operare una stretta sulle forme più precarie, come il lavoro a chiamata o il lavoro autonomo occasionale o ricondurre i tirocini extracurriculari a esperienze esclusivamente formative, limitate nella possibilità di utilizzo, contrastando gli abusi"

"Possono essere considerate positive – ha aggiunto – le misure relative al fondo nuove competenze e l'intervento sui contratti di espansione, ma, per gli effetti che determineranno, costituiscono interventi gravi e pericolosi quelli sui contratti a termine, quelli in materia di semplificazione in materia di informazioni e obblighi sul rapporto di lavoro e l'intervento che amplia le possibilità di utilizzo del lavoro occasionale nel settore turistico e termale".

L'intervento sui contratti a termine mantiene anzitutto "due previsioni negative" della normativa già esistente: la causale al 12esimo mese, anziché all'inizio del contratto, e nessun obbligo di stabilizzazione. "Pur affidando un ruolo alla contrattazione - ha proseguito - senza un intervento prioritario della legge o della contrattazione nazionale si rischia un sistema totalmente deregolato". Per il sindacalista "il punto peggiore è la previsione per la quale in assenza della contrattazione le causali possono essere definite fra le parti, fino al 30 aprile 2024".

"Nei fatti – ha sottolineato – siamo di fronte a una liberalizzazione dei contratti a termine fino a 24 mesi, a una individualizzazione spietata del rapporto che nei fatti sminuisce se non pregiudica la stessa efficacia della contrattazione". Sull'ampliamento del lavoro occasionale nei settori termale e turistico "non occorre spiegare quanto questa scelta sia sbagliata e contraria alla necessità di investire sul lavoro di qualità e dignitoso - ha concluso -. L'ampliamento dei limiti di utilizzo per singolo datore di lavoro, innalzati a 15mila euro, aumenterà il ricorso al lavoro occasionale a scapito del lavoro stagionale e contrattualizzato, impoverendo e svilendo le professionalità di settori già fortemente precarizzati".