“Nessuno si salva da solo. Occorre dire no alle gare al massimo ribasso, alla riduzione dei diritti e del salario, mettendo in atto azioni concrete per scongiurare il rischio d'infiltrazioni criminali”. A dirlo è la segretaria nazionale Fiom Cgil Barbara Tibaldi, commentando l’assemblea nazionale di Fiom, Fim e Uilm del settore dell’installazione impianti e telecomunicazioni che si è tenuta giovedì 23 febbraio a Roma.

Al centro della discussione alcuni punti cardine: no alle gare a massimo ribasso, alla riduzione dei diritti e del salario e al rischio di infiltrazioni criminali, sì invece a maggiore sicurezza del lavoro e dei dati, a un “libro bianco” di settore e a clausole di salvaguardia sociale.

“Chiediamo ancora una volta un incontro al governo sul settore, ci sono una serie di vertenze aperte su cui auspichiamo con urgenza una soluzione”, ha proseguito Tibaldi: “È necessario costruire una mappatura delle aziende che operano settore dell’installazione impianti e telecomunicazioni. Partirà, infine, nelle prossime settimane una campagna di assemblee, cantiere su cantiere, da Nord al Sud del Paese”.

Per Fabio Bernardini della Fim Cisl nazionale, l’attivo unitario “rappresenta un momento storico per l'intero settore. Una vertenza che riguarda oltre 250 mila lavoratori di un settore strategico per la sicurezza e l’economia del nostro Paese e centrale per il futuro degli obiettivi del Pnrr. Chiediamo che il governo ci convochi urgentemente al tavolo Tlc istituito presso il Mimit prima di prendere decisioni che, se non condivise, ricadranno solo e unicamente sui lavoratori. Se non saremo ascoltati siamo pronti alla mobilitazione”.

Luca Colonna, della Uilm Uil nazionale, evidenzia che “abbiamo gestito le emergenze occupazionali e anche le conseguenze della pandemia e dell’invasione dell'Ucraina, ma ora dobbiamo definire una politica industriale per il settore che elimini le gare al massimo ribasso, tuteli il salario, i diritti e la sicurezza, eviti le infiltrazioni malavitose”.