Villiam Pezzetta è stato confermato segretario generale della Cgil FVG

Villiam Pezzetta è stato confermato segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia. A sancirlo il voto dell’assemblea, atto conclusivo del congresso regionale tenutosi ieri e oggi a Tricesimo. Il rinnovo è stato deciso a larga maggioranza, accogliendo la candidatura presentata dalla Cgil nazionale. Ad aprile le operazioni di voto, nel pomeriggio di oggi, l’elezione del nuovo direttivo, dei delegati che rappresenteranno la Cgil Fvg al congresso nazionale di Rimini (15-18 marzo) e dell’assemblea generale, che a sua volta ha eletto il segretario generale.

La squadra

Oltre al segretario, l’assemblea ha votato l’intera composizione della nuova segreteria, che vede, al fianco di Pezzetta, la conferma di Susanna Pellegrini e tre ingressi: Daniela Duz, già segretaria della Filcams-Cgil (commercio) di Pordenone, Alessandro Zanotto, attuale coordinatore regionale della Flai-Cgil (agroalimentare), e Michele Piga, che abbina il nuovo incarico a quello di segretario generale della Cgil di Trieste, recentemente confermato dal congresso provinciale. Sarà quindi una segreteria a cinque, chiamata a guidare una fase di «profondo rinnovamento del gruppo dirigente», come dichiarato da Pezzetta all’apertura del congresso.

Contrattazione da rilanciare

Tutta dedicata al dibattito la mattinata, conclusa dall’intervento della segreteria confederale Francesca Re David, incentrato sull’assenza di un reale confronto con il Governo e sulle nuove sfide della contrattazione. "L’inflazione al 12% – ha detto Re David – deve necessariamente entrare nei rinnovi contrattuali. Ed è sempre a partire dai contratti che dobbiamo inseguire obiettivi come la riduzione dell’orario, la stabilizzazione dei lavoratori precari e la sicurezza, in un mondo del lavoro estremamente frammentato, segnato dal dilagare della precarietà, da perimetri contrattuali sempre più vaghi e dalla proliferazione dei contratti nazionali, che in dieci anni sono passati da 200 a 900". Se il ruolo del sindacato è stato fondamentale durante la pandemia, ha aggiunto Re David, per gestire la sicurezza nei luoghi di lavoro e anche nel rivendicare un cambio di rotta nelle politiche del Paese e dell’Europa, "il profilarsi del ritorno al patto di stabilità, i nuovi scenari geopolitici dovuti alla guerra in Ucraina e il peso della crisi rischiano di provocare una vera e propria rottura del patto sociale, amplificando le diseguaglianze e rendendo ancora più debole il mondo del lavoro".

Qui Friuli Venezia Giulia

La difesa dei lavoratori e dei pensionati passa anche attraverso il rilancio delle piattaforme su fisco e previdenza, già al centro dello sciopero generale di dicembre. La Cgil è pronta a mobilitarsi anche a livello regionale. "In primis – ha ribadito Pezzetta – sul tema della sanità, per chiedere misure in grado di affrontare un’emergenza personale senza precedenti, arginando la fuga di risorse umane e finanziarie verso il privato, e un potenziamento vero dei servizi territoriali, anche grazie ai fondi Pnrr". Un confronto "reale e non occasionale" tra la Giunta regionale e le parti sociali, ha aggiunto il segretario, "è condizione irrinunciabile per varare riforme efficaci in campo socio sanitario e per un salto di qualità nelle politiche di sviluppo economico e occupazionale, sfruttando una capacità di spesa mai così alta come in questi anni e la chance irripetibile dei fondi Pnrr".

                              

Le conclusioni del congresso affidate a Francesca Re David, segretaria confederale della Cgil nazionale.

La relazione di apertura del segretario generale uscente Villiam Pezzetta

"Indicare il candidato alla segreteria spetta ai centri regolatori, cioè alla Cgil nazionale. Se verrà fatto il mio nome, da parte mia c’è la disponibilità a proseguire, dentro un periodo di transizione certo, che permetta il rinnovamento del segretario e della segreteria". È quanto dichiara il segretario generale uscente della Cgil Fvg, Villiam Pezzetta, nel giorno di apertura del congresso regionale di Tricesimo che ha iniziato i suoi lavori la mattina del 2 febbraio, alla presenza di 160 delegati. La conclusione è prevista per domani pomeriggio, 3 febbraio, quando i delegati saranno chiamati a eleggere il nuovo direttivo e l’assemblea generale della Cgil Fvg, che a sua volta dovrà scegliere il generale.

Pezzetta, al timone della Cgil regionale dall’8 luglio 2016, quando succedette a Franco Belci, è al suo secondo congresso da segretario generale (il precedente si tenne nel novembre 2018) e ci arriva alla guida di una segreteria completata da due donne, Susanna Pellegrini e Rossana Giacaz. È stato lui, come vuole la prassi, ad aprire i lavori nella mattina del 2 febbraio con la relazione introduttiva, alla presenza della segretaria confederale Francesca Re David, che interverrà domani 3 febbraio a fine mattinata.

Il sindacato e la crisi

Introdotto da un filmato dedicato all’ultimo comizio di Giuseppe Di Vittorio, il carismatico segretario generale che guidò la Cgil nei difficili anni del dopoguerra, dal 1945 al 1957, Pezzetta ha rivendicato il ruolo fondamentale del sindacato nella gestione e nel superamento della crisi legata alla pandemia. "Siamo l’unico Paese ad aver ottenuto il blocco dei licenziamenti", ha detto, non senza sottolineare però la forte criticità dell’attuale fase, dai timori di un’ulteriore escalation della guerra in Ucraina alle forti tensioni reddituali che colpiscono lavoratori e pensionati a causa del carovita. Da qui – e non senza un richiamo alla crisi della politica e della sinistra, "non più capace di offrire un progetto alternativo di sviluppo e di società, prendendo atto del progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita delle persone" – il richiamo alle rivendicazioni rilanciate dalla Cgil con lo sciopero generale di dicembre: "Bisogna ripartire dal lavoro, dalla sua qualità e dalla sua dignità. Porre la persona, oggi trattata alla stregua di un macchinario, al centro del nostro agire. Dare potere d’acquisto ai salari, abbattere il precariato, riformare il fisco e le pensioni. E investire di più nella sanità e nella scuola, che debbono restare pubbliche e universali".

Sos sanità

Proprio sulla sanità si sono incentrate le note più critiche nei confronti della Giunta regionale. "Il Covid – queste le parole del segretario – ha evidenziato l’importanza di una sanità pubblica universale, purtroppo subito dimenticata dalla politica. Lo vediamo anche in regione, dove si continua a non rafforzare la sanità territoriale, perpetuando un’organizzazione ospedalocentrica, depotenziando i distretti e restando inerti di fronte all’esodo dei medici di base. La carenza di personale – ha aggiunto Pezzetta – è drammatica e a confermarlo è il dato abnorme delle dimissioni volontarie, ben 1.300 negli ultimi due anni, secondo la stessa Direzione centrale. E siamo di fronte al fenomeno, mai verificatosi prima d’ora, di una fuga di massa di operatori verso il privato, alla ricerca di condizioni di lavoro più sopportabili. Quello che manca, in questo quadro, è anche il confronto con le rappresentanze sindacali dei lavoratori e delle professioni sanitarie, punto di partenza indispensabile per avviare un vero progetto riformatore".

Il mondo del lavoro 

Il tessuto economico del Friuli Venezia Giulia, secondo il segretario, mostra ancora segnali di tenuta, con le crisi per il momento concentrate in poche aree, in primis quella triestina, e pochi settori, "su tutti quelli legati all’automotive, la carta e in parte anche la siderurgia". Tiene anche il mercato del lavoro, con un dato medio di 523mila occupati nei primi nove mesi del 2022, ma anche con i primi sintomi di flessione, come l’accelerata della cassa integrazione nel secondo semestre.

La chance Pnrr 

In una regione alle prese con una crisi demografica sempre più profonda "e che dovrebbe investire anche in inclusione e accoglienza", il Pnrr rappresenta, per Pezzetta, "un’occasione imperdibile per rivedere gli assi strategici delle politiche di sviluppo della nostra economia e in particolare del manifatturiero, creando nuove sinergie tra la rete dei centri di ricerca, le università e il mondo delle imprese, investendo sulla digitalizzazione e sull’innovazione per difendere e rafforzare la competitività di un sistema industriale come il nostro, fortemente vocato all’export, e valorizzando sempre più il ruolo del porto di Trieste, in raccordo con gli altri scali e con gli interporti". Ecco perché il segretario uscente chiede di rilanciare i tavoli tra la politica e le parti economiche e sociali: "Fino a oggi – queste le sue parole – non abbiamo avuto occasioni di reale confronto su questi temi. Occorre pertanto, così come previsto dal Protocollo nazionale del 29 dicembre 2021, avviare quei tavoli di confronto sul Pnrr, a livello regionale e locale, capaci di rafforzare sia la progettualità che la verifica delle ricadute reali sul territorio". Verifica che il segretario rivendica anche nella valutazione di strumenti come la legge regionale Rilancia-Impresa, "per scongiurare il rischio che si risolvano come una mera serie di contribuzioni a pioggia con scarse ricadute su Pil e occupazione stabile".

Il questionario

Futuro e politiche di sviluppo al centro anche del questionario promosso dalla Cgil e dall’Ires in vista del congresso, dal quale emerge, rileva il curatore Paolo Molinari, "come la questione ambientale, la precarietà, i redditi bassi e la crisi del nostro sistema socio-sanitario, il welfare di base, siano preoccupazioni diffuse nel mondo del lavoro". Non senza stimoli e critiche nei confronti della stessa Cgil: "Il 60% degli intervistati – spiega ancora Molinari – ritiene che il sindacato debba avere un ruolo più determinato, più incisivo in sede di contrattazione, più autonomo dalla politica".

Il questionario ha chiuso i lavori della mattinata del 2 febbraio, che avevano visto, dopo la relazione di Pezzetta, i saluti degli ospiti, tra i quali anche i segretari regionali della Cisl e della Uil, Alberto Monticco, Matteo Zorn, e il consigliere regionale Cristiano Shaurli. Il dibattito proseguirà fino a tutta la mattinata di domani, 3 febbraio. A seguire, alle 14.30, l’avvio degli adempimenti elettorali: verranno dapprima eletti i componenti del direttivo, dell’assemblea generale e i delegati che rappresenteranno il Fvg al congresso nazionale di Rimini (15-18 marzo). Atto conclusivo l’elezione del segretario generale da parte dell’assemblea generale

Il congresso

Settecento assemblee nelle fabbriche, negli uffici e sul territorio, per un totale di 15mila lavoratori e pensionati, quasi il 15% degli iscritti, che hanno partecipato al dibattito e votato sui due documenti programmatici presentati a livello nazionale. È il bilancio con cui la Cgil del Friuli Venezia Giulia si appresta a chiudere la sua tornata congressuale, giunta alla sua ultima tappa: il Congresso regionale, in programma domani e venerdì (2 e 3 febbraio) all’hotel Belvedere di Tricesimo (Udine).

Attesi in sala duecento delegati, 112 uomini e 88 donne, oltre a numerosi ospiti in rappresentanza delle istituzioni regionali e locali, del mondo politico, delle altre organizzazioni sindacali e dell’associazionismo. Al tavolo di presidenza ci sarà anche la segretaria confederale Francesca Re David, già segretaria generale della Fiom. Dopo la registrazione dei presenti, i lavori saranno aperti alle 10 dalla relazione del segretario generale Villiam Pezzetta. Sempre domani, nel pomeriggio, saranno illustrati i risultati di un questionario Ires sulla situazione e sulle prospettive dell’economica e del mondo del lavoro regionale. Il dibattito si chiuderà con l’intervento di Francesca Re David, previsto per le 12.30 di venerdì. Nel pomeriggio di venerdì il voto degli organismi direttivi (direttivo, sindaci e assemblea generale), dei delegati che rappresenteranno la Cgil del Fvg al congresso nazionale di Rimini (15-18 marzo) e del segretario generale.