Meta, proprietaria dei social Facebook, Instagram e Whatsapp, licenzierà 11 mila degli 87 mila dipendenti che ha in tutto il mondo. Anche la sede italiana di Facebook procederà con 22 licenziamenti sui 127 dipendenti complessivi, cioè il 17% della forza lavoro.  La motivazione ufficiale è una necessaria riorganizzazione delle proprie divisioni finalizzata a migliorare i margini di efficienza. 

Il Country Director di Meta Italia, Luca Colombo, ha inviato una lettera firmata su carta intestata in cui si conferma il numero degli esuberi e la loro esatta ripartizione all'interno della struttura societaria. A pagare sono sempre i lavoratori, e in questo caso il conto è salato per via di una serie di scelte sbagliate tutte imputabili a una sola persona: Mark Zuckerberg. 

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Il Metaverso sta costando troppo e gli investitori sono spaventati dai ritorni a breve e medio termine. A questo si aggiunge il fatto che Facebook ha iniziato a perdere utenti. Nel report pubblicato il 2 febbraio da Meta si registra per la prima volta in diciotto anni una diminuzione delle persone che usano il social ogni giorno. Si è infatti passati da 1,93 a 1,929 miliardi di utenti. Inoltre, Menlo Park non riesce a trovare una strategia vincente per battere TikTok, il colosso cinese dei social, anzi arranca e a fatica.

“Meta-Facebook decide sostanzialmente di licenziare a causa di errate scelte di business, gli eccessivi investimenti e i ritorni economici non allineati alle aspettative. Questa ennesima crisi mostra la fragilità del modello economico che sottende a tali piattaforme digitali, non è quindi accettabile che i costi o i mancati profitti pesino solamente sulle spalle di lavoratrici e lavoratori”, si legge dalla nota congiunta di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. 

“Abbiamo ricevuto la lettera mercoledì 9 Novembre alla sera e ci siamo subito attivati”, racconta Roberto Brambilla, della Filcams Cgil di Milano. “C’è un passaggio breve – aggiunge il sindacalista – ma importante in questa lettera: ‘Tale riorganizzazione è finalizzata a migliorare i margini di efficienza, onde consentire al gruppo di accrescere il proprio posizionamento nel mercato, mantenendo e rafforzando la propria competitività’. In pratica stanno licenziando dipendenti per ridurre i costi e fare felici gli azionisti”.

“C’è poi un problema aggiuntivo – osserva Brambilla –. Gran parte di questi lavoratori sono in modalità on office, ovvero hanno l’ufficio in casa, e tra di loro non si conoscono. C’è una difficoltà oggettiva per avviare un’azione congiunta sindacale, se i lavoratori non si sono mai visti negli occhi dal vivo”.

Quale sarà il futuro dei dipendenti italiani di Facebook? “Prevediamo per giovedì 17 novembre un incontro congiunto tra sindacati e azienda e siamo pronti a dare battaglia”, conclude il sindacalista.