La politica risponda. Ora, perché non c'è più un minuto da perdere. Ne va del futuro del Corpo, baluardo insostituibile e indispensabile nel soccorso d'emergenza, sempre più afflitto da carenze d'organico, assenza di tutele, scarsa retribuzione e mezzi obsoleti a disposizione. È quanto hanno urlato stamattina a Roma, dalle 9 alle 13, in piazza Santissimi Apostoli, quasi un migliaio di Vigili del fuoco provenienti da tutta Italia, convenuti nella Capitale per la manifestazione nazionale organizzata da Fp Cgil, Fns Cisl e Confsal, oltre alle numerose iniziative che si sono tenute in concomitanza sul territorio, dopo che lo stato d'agitazione del comparto era iniziato nel luglio scorso.

Oltre al personale del Corpo, è scesa in piazza la cittadinanza, che si è unita alle istanze dei Vigili del fuoco. Anche la politica e i media si sono presentati per ascoltare e documentare le ragioni della manifestazione: “Necessario assumere nuovo personale, siamo in pochi, con turni di lavoro estenuanti, non siamo sufficientemente valorizzati e tutelati, a partire dalla copertura Inail, che non è prevista per i Vigili del fuoco”. Queste, le rivendicazioni dei sindacati, nelle parole dei rappresentanti nazionali Mauro Giulianella (Fp Cgil Vvf), Massimo Vespia (Fns Cisl) e Franco Giancarlo (Confsal Vvf). Sono intervenuti sul palco anche lavoratrici e lavoratori, che hanno testimoniato le difficoltà che si vivono in tutta Italia, a scapito anche del soccorso ai cittadini.

“Quella dei Vigili del fuoco è una battaglia che riguarda tutti. Anche perché condizioni di lavoro inadeguate influiscono sulla qualità del servizio alla popolazione, sulla salute e sulla sicurezza di chi soccorre e di chi viene soccorso. La nostra mobilitazione proseguirà e lo faremo fino a quando i Vigili del fuoco non otterranno dalla politica le adeguate risposte”, hanno ribadito Fp Cgil Vvf, Fns Cisl e Confsal Vvf.

Il 'cahier des doleances' è lunghissimo, come hanno illustrato i sindacati, nel corso dei loro interventi sul palco romano, sollecitando le forze politiche ad agire sul comparto al più presto. "Non c'è più tempo da perdere e chi arriverà al Governo nella prossima legislatura dovrà per forza prendere a cuore le nostre richieste. Abbiamo notato che ben poca attenzione è stata data nei programmi elettorali dei partiti agli interventi mirati a migliorare il dispositivo di soccorso in Italia, in grado di dare garanzie concrete ai cittadini". Eppure, malgrado le innumerevoli difficoltà da affrontare, i Vigili del fuoco ci sono sempre e non si fermano mai. Lo attestano i dati: negli ultimi tre anni gli interventi effettuati sono cresciuti da 700.000 a circa un milione. Una vera e propria esplosione.

"Garantiscono un servizio indispensabile e sono insostituibili nel soccorso urgente - precisano i sindacati -; non a caso, è il Corpo più amato dagli italiani. Lavorano quotidianamente su un soccorso ordinario in modo straordinario. Malgrado ciò, abbiamo impiegato più di 70 anni per avere un'armonizzazione stipendiale con gli altri Corpi dello Stato. E manca ancora la parte accessoria, tanto che le differenze economiche rispetto ad altri comparti statali permangono imbarazzanti". Così come a rendere le condizioni di lavoro ancora più estenuanti è la carenza d'organico. A garantire una mole di lavoro in continuo aumento - non più solo d'estate per via degli incendi, ma 365 giorni l'anno - non corrisponde un incremento degli addetti. Anzi, al contrario, risultano in costante diminuzione. A fronte di una dotazione teorica di 39.500 unità, sono solo 35.000 gli operatori disponibili, dei quali 33.000 operativi e 2.000 nel ruolo tecnico-professionale.

"Una carenza pesante di almeno 4.500 persone, che si ripercuote sulla qualità del servizio - osservano i sindacati -. Serve un incremento occupazionale attraverso uno stanziamento economico specifico, tale da garantire un vero potenziamento con almeno 40.000 unità operative e 5.000 tecnici professionali". Quello della carenza d'organico è un problema strutturale, che nessuno degli ultimi governi che si sono succeduti ha saputo e voluto affrontare e risolvere. "Il problema occupazionale è atavico, con ripercussioni su tutta l'organizzazione del lavoro - denunciano le organizzazioni sindacali -: ad esempio, per mancanza di personale, vengono chiusi distaccamenti periferici. Ciò incide sul servizio e sul livello di sicurezza e prevenzione. Per non parlare della composizione delle squadre d'intervento, a volte ridotte da cinque a quattro unità, sempre per carenze d'organico, con gravi rischi d'incolumità del personale. Senza dimenticare che non si riesce più a coprire neanche coloro che vanno in pensione, circa un migliaio l'anno, rispetto all'ultimo bando di concorso che prevedeva 300 neo-assunti".

Ma è un po' tutto il sistema di Protezione civile che va ammodernato. "Il Corpo dei vigili deve essere utilizzato per redigere i piani d'emergenza territoriali: attualmente, il loro campo d'azione e le modalità d'intervento non sono chiare - spiegano le sigle di categoria -. Va individuata la cornice d'intervento di ogni singolo ente e Corpo che ne fa parte, con una revisione dell'articolo 10 del Codice di Protezione civile del 2018, facendo dei Vvf il traino principale di tale processo. La nostra richiesta è di far diventare proprio i Vigili del fuoco l'organo di collegamento degli amministratori comunali, provinciali e regionali per tutti gli aspetti riguardanti gli scenari emergenziali ipotizzabili". La salute di quelli che possono definirsi i professionisti del soccorso dipende da una pluralità di fattori e da altrettante tutele, che però non ci sono.

"Pur essendo altamente esposta a ogni tipo d'infortuni. - sottolineano i sindacati -, la categoria è sprovvista di un'assicurazione Inail, nè esiste un elenco statistico delle malattie professionali riconosciute cui i Vigili del fuoco sono soggetti. Oltretutto, abbiamo scoperto che molti lavoratori si ammalano di tumore appena vanno in pensione, ma anche di questo nessuno sa nulla. Insomma, è inaccettabile che la categoria non abbia e un'adeguata procedura per il riconoscimento delle cause di servizio e dei rimborsi spesa in caso d'incidente". Fp, Fns e Confsal richiedono, inoltre, la riduzione del percorso legato ai sei scatti stipendiali, già finanziati dalla legge di Bilancio 2022 in modo da dare garanzie al personale in procinto di andare in pensione. La categoria rivendica anche l'avvio della previdenza complementare attraverso il fondo Perseo Sirio, già utilizzato nella pubblica amministrazione. Delle specifiche risorse economiche serviranno anche per la riapertura della legge delega necessaria per un correttivo ordinamentale utile a semplificare il lavoro e la carriera dei Vvf. Il rilancio delle attività di soccorso tecnico urgente dovrà riconoscere il valore della professionalità acquisita alle figure di responsabilità, come quella dei capisquadra, unici responsabili dell'intervento.     

In tema di organizzazione, bisognerà prevedere, secondo le tre sigle sindacali, così come già avviene in altri Corpi dello Stato, il vertice unico, superando la dicotomia capo del Corpo e capo del Dipartimento. "La nomina a Prefetto di un dirigente generale proveniente dalla carriera tecnica del Corpo dei vigili è la nostra richiesta, il capo Dipartimento dovrà essere un Vigile del fuoco. Sarà anche necessario prevedere, come avviene in tutte le amministrazioni pubbliche, l'istituzione di un unico comparto di contrattazione per i dirigenti e di uno per il restante personale, ponendo fine all'attuale divisione interna che vede oggi il personale direttivo nel comparto di contrattazione dei dirigenti completamente fuori dal soccorso e dalle responsabilità insite nel ruolo che ricoprono". 

Non ultima, la questione del contratto. "Il rinnovo del ccnl 2022-24, scaduto da oltre otto mesi, deve trovare la sua conclusione prima della scadenza del triennio; basta con le 'vacanze contrattuali' irrisorie, il personale aspetta risposte. Questo è il momento per darle", hanno concluso le organizzazioni sindacali.