Continua la battaglia per il riconoscimento dei diritti e l'incremento del salario nell'intero mondo delle compagnie aeree low cost, con Filt Cgil, Uiltrasporti e Ugl che hanno indetto un nuovo sciopero per sabato 1° ottobre.

Si tratta della quarta agitazione nel breve volgere di due mesi e mezzo, dopo quella organizzata l'8 giugno, lo sciopero europeo del 25 giugno e l'ultimo di domenica 17 luglio. La procedura di raffreddamento, prevista al ministero del Lavoro con Vueling non è andata a buon fine e lo sciopero sarà esteso alla compagnia spagnola, mentre in Easyjet sciopera la Uiltrasporti. Se la procedura con Wizz Air, ancora non chiusa, avrà un esito negativo, sarà il primo sciopero nazionale contro tutte le low cost.

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Cieli (ancora) tempestosi

Per la privatizzazione il governo ha scelto il consorzio Certares, Delta e Air France Klm. Per Cuscito, Filt, "bisogna agire subito. L'ex compagnia di bandiera deve confermare piano industriale, incremento della flotta, assunzioni e adeguamento salariale, sulla base degli accordi stipulati con noi. Nel caso non venissero rispettati, siamo pronti alla mobilitazione"
Cieli (ancora) tempestosi
Cieli (ancora) tempestosi

La vertenza incrocia quella non meno importante sul contratto appena bocciato sonoramente dagli assistenti di volo di Ryanair. La Fit Cisl, ha firmato, alla vigilia di Ferragosto, l'ennesimo accordo separato con Ryanair, ma forse sarebbe più giusto, vista la posizione di tutte le altre sigle sindacali, definirlo isolato. Dopo l'intesa del 2018 e quella dello scorso anno, che prolungava i tagli agli stipendi decisi per la pandemia (Contingency agreement), stavolta si tratta di un rinnovo contrattuale riguardante gli assistenti di volo di Malta Air, che è stato già sottoposto a referendum interno e approvato dai soli iscritti Cisl con il 12% di contrari (non viene resa nota la percentuale dei partecipanti alla votazione).

Immediata la presa di posizione di Filt, Uiltrasporti e Ugl, che, dopo aver bocciato l'accordo, contrario a tutti i princìpi e protocolli interconfederali, in quanto non coinvolge le sigle sindacali maggiormente significative, hanno organizzato un referendum davvero democratico fra gli addetti del gruppo Ryanair, che ha bocciato sonoramente l'intesa Cisl con quasi il 90% di voti contrari.

Un risultato schiacciante - osservano le organizzazioni sindacali -, certificato dai numeri. Hanno votato 763 assistenti di volo, mentre non si ha alcun dato numerico oggettivo in merito al sondaggio interno, rivolto solo ai propri iscritti, condotto dalle sigle sindacali firmatarie dell’accordo. Una bocciatura netta di un rinnovo che non risponde minimamente alle richieste e rivendicazioni dei lavoratori e che nel complesso si attesta molto al di sotto dei minimi previsti dal Ccnl del trasporto aereo che, come previsto dall’articolo 203 del decreto Rilancio, dovrebbero essere applicati a tutte le compagnie aeree che operano nel nostro Paese”.

"Si tratta di una vicenda grottesca - denuncia Fabrizio Cuscito, segretario nazionale Filt -, che s'inserisce sulla falsariga dei comportamenti antisindacali della compagnia di Micheal O'Leary, più volte condannata in passato in tribunale. Abbiamo diffidato il gruppo societario e la stessa Fit, avanzando formale richiesta di attivazione di una consultazione referendaria fra tutto il personale navigante del gruppo, con le modalità previste dai protocolli interconfederali e dalle norme vigenti, ma la sigla dei trasporti della Cisl si è opposta".

La consultazione di Filt, Uiltrasporti e Ugl, aperta a tutti i lavoratori, verteva su tre domande. La prima: "Ritieni corretto che il tuo stipendio e le tue condizioni di lavoro dei prossimi anni siano decise dal management insieme a chi rappresenta solo una parte dei naviganti?". La seconda: "Ritieni corretto che i sindacati scelti dall'azienda organizzino un sondaggio sugli accordi solo tra i loro iscritti, nonostante gli effetti interessino tutti i lavoratori?". E infine: "In base alle tue attuali conoscenze sugli accordi sottoscritti o in corso di negoziazione 'segreta', ti ritieni soddisfatto di quanto ottenuto dai sindacati scelti dall'azienda?".

"L'esito del nostro referendum sul contratto separato firmato dalla Fit - prosegue Cuscito -, dimostra che l'insoddisfazione dei lavoratori Ryanair è enorme, e tutto il settore delle low cost, ferme restando le palesi ingiustizie e iniquità sul piano dei diritti e del salario, è destinato a esplodere: è solo una questione di tempo. In base a quest'ultimo accordo, i dipendenti del gruppo percepiranno un aumento medio di 50 euro entro il 2025, pari a quasi il 30% più basso del salario medio vigente nel settore. I lavoratori sono sempre più arrabbiati e hanno parlato chiaro, ma c'è ancora tempo per cui i sindacati firmatari facciano retromarcia, si riapra il tavolo e si trovino soluzioni per migliorare salari e diritti per tutti, indipendentemente dall'iscrizione sindacale".

"Il filo conduttore che unisce tutte le iniziative - commenta Ivan Viglietti, segretario nazionale Uiltrasporti - è quello dei bassi salari e degli elevati carichi di lavoro. Ryanair si sceglie gli interlocutori: la firma di accordi con sindacati scelti e non rappresentativi e l'attuazione di 'sondaggi' di approvazione, limitati agli iscritti delle sigle firmatarie, è una violazione anche dei protocolli interconfederali, mentre gli esiti delle consultazioni democratiche aperte a tutti, da noi indette, bocciano sonoramente Ryanair e Fit Cisl e alcune sigle autonome".

Intanto, il 14 settembre prossimo, a Bruxelles, è prevista una riunione della Etf, la confederazione europea dei sindacati del trasporto aereo. Filt e Uilt porranno sul tavolo continentale il problema del comportamento della Fit.