È successo di nuovo. Ancora un incendio. Ancora una vittima nel Gran Ghetto di Torretta Antonacci, nelle campagne tra San Severo, Foggia e Rignano Garganico. Poco dopo le tre della scorsa notte le fiamme hanno avvolto due baracche e non hanno lasciato scampo a Yussuf Joff, un giovane gambiano, impiegato nella raccolta stagionale che aveva trovato rifugio in quel campo. Era già accaduto: nel marzo del 2017 quando due braccianti avevano perso la vita in un rogo che aveva colpito un centinaio di alloggi di fortuna.

"Ancora, l’ennesima una tragedia annunciata, ancora una morte che poteva essere evitata se fossero messe in atto misure di accoglienza adeguate e se i lavoratori stranieri fossero in condizione di ricevere paghe adeguate”. Commentano dalla Flai Cgil nazionale Davide Fiatti e Jean René Bilongo. “Accampamenti informali e baraccopoli sono bacini di manodopera a buon mercato, luoghi del reclutamento per i caporali e per le aziende che di loro si servono. Il Gran Ghetto è luogo dalle condizioni di vita proibitive, ai margini, delle città e dei centri abitati, lontano dagli occhi della cittadinanza e da quelli di chi sceglie di non vedere". 

"Il Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo e al caporalato in agricoltura - denunciano i due sindacalisti - annovera tra le proprie priorità tematiche quella degli alloggi e foresterie temporanee per gli stagionali. La provincia di Foggia è destinataria di oltre 100 milioni di euro stanziati all’uopo dal Pnrr. Non si possono aspettare altre tragedie. Quelle risorse vanno impegnate per risanare il volto deturpato del lavoro in agricoltura. Come Flai Cgil continueremo la nostra battaglia in difesa di questi lavoratori colpiti da continue ingiustizie e con rammarico esprimiamo cordoglio e indignazione per una morte che poteva essere evitata”.