La contemporanea presenza di cinque ministri (Cingolani, Franco, Giorgetti, Giovannini e Orlando) al tavolo sull’automotive riunito oggi presso il ministero dello Sviluppo economico rappresenta un indubbio segnale di attenzione del governo, rispetto a un settore che non è sbagliato definire come uno dei pilastri dell’industria nazionale. Settore che, allo stesso tempo, è uno degli ambiti industriali più coinvolti dal processo di transizione digitale, ecologica e sostenibile, processo che le scelte adottate dall’Ue in tema di decarbonizzazione e contrasto ai cambiamenti climatici rendono sempre più urgente.

Apprezzata la sensibilità del governo, si deve tuttavia registrare l’assenza di una proposta concreta di gestione e indirizzo del settore automotive nella transizione. Avremmo apprezzato se, come da nostre reiterate richieste, il governo avesse presentato un piano specifico sulle prospettive e il futuro dell’automotive, piano di cui non vi è stata traccia, invece di limitarsi a registrare semplicemente le opinioni degli invitati alla riunione. E, a questo riguardo, avremmo apprezzato un diverso metodo di svolgimento della riunione.

Non è utile né sensato circoscrivere a due minuti di intervento in plenaria il contributo di sindacati che rappresentano milioni di lavoratrici e lavoratori, equiparando le parti sociali ad organizzazioni portatrici di interessi particolari e limitati (ad esempio, il noleggio, il leasing, i finanziamenti privati per l’acquisto di auto, il bollo auto, le flotte aziendali), come è avvenuto oggi. Non si può mettere sullo stesso piano le rappresentanze del lavoro e chi, del tutto legittimamente, sia chiaro, si occupa di questioni particolari e parziali, fuori dalla dimensione industriale.

Per questa ragione, consideriamo necessario da parte del Mise concentrarsi sul coinvolgimento degli attori dell’industria dell’automotive e sulla discussione con essi delle prospettive del settore, attraverso specifici incontri. Ciò diviene sempre più urgente, a maggior ragione di fronte alle decisioni che il consiglio dei ministri UE di clima, ambiente ed energia dovrà prendere il prossimo 28 giugno, in una riunione che discuterà se la transizione dell’automotive in Europa dovrà basarsi esclusivamente sul motore elettrico o se vigerà il criterio della neutralità tecnologica e del ricorso ad altri propellenti non inquinanti. Riunione che, quindi, potrà risultare decisiva per il futuro dell’auto e della componentistica nel nostro Paese.

Fausto Durante è coordinatore della Consulta Industriale Cgil