Nel 2021 il 14,1 per cento della popolazione di Roma si è trovata a rischio povertà e il 6 per cento dei cittadini della Capitale ha dichiarato di arrivare a fine mese con difficoltà. È quanto emerso nel corso del dibattito "Combattere la povertà. Effetti e limiti delle misure di sostegno", organizzato e promosso da Cgil Roma e Lazio.

La disoccupazione - ha reso noto Cgil - ha raggiunto nel 2021 il 14,4 per cento, con il 40 per cento dei contratti lavorativi con una durata media compresa tra uno e 60 giorni. A Roma - secondo i dati raccolti - la media di cittadini che presentano una situazione di grave deprivazione materiale è pari al 10,3 per cento, tre punti in più sulla media nazionale. La fascia con maggiore reddito è quella tra i 60 e i 74 anni, con una media di 32 mila euro all'anno mentre nella fascia dei giovani fino ai 29 anni il reddito medio disponibile è di 10 mila euro annui. Un milione e mezzo sono invece i pensionati che percepiscono meno di mille euro al mese. A livello regionale, Cgil rende noto che nel Lazio il 19,4 per cento della popolazione è a rischio povertà, il 7,5 per cento si trova in grave deprivazione abitativa, il 13,2 per cento ha rinunciato a prestazioni sanitarie pur avendone bisogno a causa del costo e il 21,1 per cento dei giovani non lavora e non studia.

"È evidente che se vogliamo ridurre la fetta di persone che hanno bisogno di un sostegno pubblico per poter sopravvivere - ha spiegato il segretario Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola - c'è necessità che le amministrazioni pubbliche si facciano datrici di lavoro di ultima istanza. Questo lo si può fare – ha proseguito - facendo ripartire la leva delle assunzioni e ripartendo dalle comunità. È necessario però investire di più – ha sottolineato Di Cola - e su questo chiediamo di dare servizi ai cittadini per superare le liste d'attesa, che rendono soli coloro che non hanno accesso ai servizi. Chi sta indietro va sostenuto e aiutato e noi come organizzazione chiediamo una visione diversa del sistema produttivo e della società. Nei prossimi anni – ha concluso il segretario della Cgil capitolina - dobbiamo vincolare le risorse che arriveranno alla transizione energetica ambientale e al lavoro di qualità perché se non forniamo una visione diversa alla lotta al disagio sociale questa condizione non sarà transitoria ma diventerà la nuova normalità. Noi come Cgil proviamo a fornire questa nuova visione".