"La crisi pandemica sanitaria che ha investito l’intero pianeta ha sferrato l’ennesimo duro colpo all’economia globale e ha determinato, all’interno di un tessuto sociale già labile e provato dagli anni della dura recessione economica, l’aumento di disagio e della conseguente richiesta di assistenza rispetto alle misure emergenziali adottate per contrastare vecchie e nuove povertà". Così in un comunicato congiunto i segretari Cgil, Cisl e Uil Molise e i responsabili dei patronati.

"I patronati di Cgil, Cisl e Uil del Molise, pur tra mille difficoltà, hanno scelto di restare operativi e al fianco di lavoratori, pensionati e cittadini anche nei momenti più bui del lockdown, facendo uno sforzo economico ulteriore per applicare le necessarie misure di sicurezza per la tutela di lavoratori e utenti. Alle mobilitazioni, all’impegno delle diverse categorie nello svolgere attività politico/sindacale e di consulenza ordinaria si è aggiunto, in questa lunga fase, il ruolo interpretativo di numerosi Dpcm e l’impegno straordinario di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro. Un ruolo svolto dall’intero sistema servizi che, con spirito di abnegazione e con capacità di riadattare il lavoro, anche a distanza, si è reso disponibile a volte h24, seguendo le nuove modalità di prestazione utilizzando al meglio anche le risorse telematiche e le opportunità offerte dalla digitalizzazione.

Un lavoro quotidiano che ha prodotto migliaia di consulenze prestate e l’invio di altrettante migliaia di domande telematiche. Fondamentale è stata anche l’acquisizione di consapevolezza che la chiusura totale o parziale di alcuni sportelli di tanti uffici pubblici potesse determinare uno smarrimento di persone, in particolare quelle delle fasce più deboli, che avevano bisogno, soprattutto in un momento di grande difficoltà, di attività essenziale di assistenza. Non parliamo, quindi, solo di attività di previdenza (domande varie e consulenza pensioni) e attività di sostegno al reddito (disoccupazione, maternità etc…) ma anche richieste di bonus, valutazione in materia infortunistica (infortuni Covid) e assistenza per questioni connesse all’emigrazione e all’immigrazione. Chiaramente tutto il lavoro prestato è stato possibile grazie alla collaborazione costante con Enti come Inps e Inail e con i Comuni con i quali a volte, a onor del vero, sarebbe stato necessario maggiore coordinamento rispetto a decreti a carattere locale emessi senza alcun tipo di coinvolgimento dei soggetti che avrebbero potuto prestare assistenza.

Restare al fianco delle persone, soprattutto delle più indigenti, in questo particolare e difficile momento storico, ha reso le nostre strutture ancora più orgogliose di prestare la loro opera e il loro lavoro. Resta l’amarezza di dover constatare che nell’ultimo decennio il fondo nazionale ai patronati, che pure operano in condizione di ristrettezza ed esiguità economica, è stato decurtato di oltre 90 milioni di euro ed è stato ristorato solo in minima parte da recenti misure Governative nazionali derivanti proprio dalla consapevolezza del ruolo svolto in un periodo oltremodo complicato. In ambito molisano, invece, a fronte degli inconfutabili dati sul surplus lavorativo dei patronati e nonostante questa riconosciuta disponibilità straordinaria si è pensato bene di “non stanziare risorse sugli appositi capitoli di bilancio regionali dedicati alle provvidenze in favore degli enti di patronati e di assistenza sociale”: in pratica, si è deciso di non finanziare la Legge 29 del 2006.

Le strutture di Cgil, Cisl e Uil resteranno chiaramente operative per continuare a offrire disponibilità, professionalità e un aiuto concreto a chi si rivolgerà presso le proprie sedi, ma non possono esimersi dall’esprimere rammarico e rabbia per l’ennesima occasione persa da una distratta maggioranza regionale che per incomprensibili motivi riesce, ancora una volta, a mostrasi distante dai rappresentanti di migliaia e migliaia di lavoratori e pensionati molisani. Una maggioranza che spesso evoca le fasce più deboli della popolazione ma che poi le dimentica nei momenti in cui si potrebbero produrre atti concreti per soddisfare le diverse esigenze e i bisogni quotidiani minimi".