Ancora una denuncia sul collasso del Pronto Soccorso del Fazzi di Lecce e la carenza di organico in Ostetricia e Ginecologia. La Funzione Pubblica Cgil provinciale torna alla carica con due lettere inviate alla direzione generale della Asl, oltreché al direttore sanitario, al Servizio prevenzione e protezione aziendale e al personale medico e infermieristico dei due reparti.

Pronto Soccorso

Non è la prima volta che il sindacato denuncia la situazione del Pronto soccorso del Fazzi. Stavolta lo fa con toni ancor più duri: “Un reparto che non rispetta alcuno standard di comfort assistenziale, in termini di sicurezza dei pazienti e dei lavoratori che vi operano”. La richiesta, più volte espressa, è di attivare immediatamente il Pronto Soccorso del Dea, aumentare il numero di operatori, integrare il personale con la figura del bed manager (per trovare una collocazione dei ricoveri nei vari reparti del Fazzi o negli ospedali del territorio), aumentare la dotazione di operatori socio-sanitari (Oss). La Fp Cgil chiede la convocazione di un tavolo per discutere delle proposte e della situazione attuale. Una situazione davvero al limite. Nel reparto infatti continuano a registrarsi criticità dovute alla mancanza di percorsi per pazienti Covid, di adeguati locali per la vestizione e svestizione del personale, di distanziamento tra i vari pazienti ospedalizzati, alla promiscuità tra operatori, pazienti e parenti, unitamente al personale 118 e forze dell'ordine, e alla mancanza di privacy tra i vari pazienti, visto che in ogni stanza dove visita il medico possono essere presenti due o tre barelle contemporaneamente.

Il deficit in fatto di risposte da parte della medicina territoriale, inoltre, causa un numero elevatissimo di accessi giornalieri dei pazienti. Il che rende difficili le condizioni di lavoro, atteso che nell’astanteria i pazienti covid (tra i 16 e i 18) possono sostare anche diversi giorni in attesa di ricovero o di visita specialistica: “Ben oltre il limite consentito”, denunciano il segretario provinciale Floriano Polimeno e i dirigenti di struttura Rosario Gaetani e Franco Sanapo. Che sottolineano anche come nell’astanteria si consumino i pasti “in un ambiente poco consono, con un’alta concentrazione di carica virale vista la totale assenza di ricircolo di aria”.

Ostetricia e Ginecologia

In questo reparto, che gestisce ogni anno circa 2mila parti, la Fp Cgil Lecce denuncia una “situazione gravissima”, in modo particolare per ciò che riguarda il personale infermieristico e gli Oss. La carenza di personale sta causando un carico di lavoro in violazione di qualsiasi parametro o indicatore previsto dalla normativa vigente. Oggi pochissime persone devono tenere in piedi il reparto. Basti pensare che la sezione di Ginecologia (16 posti letto) conta solo su due infermieri professionali turnisti e un Oss. Ancora peggio la condizione della sezione di Ostetricia (22 posti letto), dove opera un infermiere professionale turnista. C’è poi la questione dell’area Covid (7 posti letto), dove accedono tutti gli Oss e gli infermieri seguendo percorsi di sicurezza discutibili. Nel Pronto Soccorso, Ostetricia prevede altri 7 posti letto, affidandoli a un Oss e a un infermiere a turno. Nel gruppo della Sala operatoria, un infermiere e tre ostetriche si prodigano su tutto il reparto.

Alla base di questa carenza di personale, secondo la Fp Cgil, ci sono lunghe malattie dei lavoratori e cessazioni dal servizio senza adeguate sostituzioni o surroghe. “Sta di fatto che questa situazione è insostenibile. Per questo chiediamo l’intervento del Servizio prevenzione e protezione aziendale per verificare la sussistenza del rischio clinico per i pazienti e delle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro per il personale. Inoltre non è più differibile l’adeguamento della dotazione organica”, scrivono Gaetani e Polimeno.