"Vergogna". Così si apre il comunicato sindacale pubblicato oggi (mercoledì 5 gennaio) da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil sulla vertenza dei 425 lavoratori in somministrazione presso Poste Italiane. Durante i tre anni di missione, prima hanno svolto la mansione di autista per le consegne, dotati di certificazione di abilitazione professionale specifica, assicurando la continuità delle prestazioni anche nella fase più acuta della pandemia; poi, si sono resi disponibili a cambiare mansione per svolgere l’attività di portalettere. Il 31 dicembre 2021 tutti a casa.

“Poste Italiane continua a mettere in discussione gli impegni già assunti in sede del Mise circa la continuità occupazionale dei lavoratori in missione in Poste Italiane per il tramite di Adecco senza alcuna giustificazione”, denunciano i sindacati.

Adesso, dopo oltre due anni di lotta e dopo lo stop definitivo del 31 dicembre scorso, le tre sigle di categoria auspicano un tempestivo e risolutivo intervento del Mise che dovrebbe richiamare Poste Italiane, come azienda di Stato, al rispetto degli impegni presi e alla condivisione di eventuali ulteriori percorsi occupazionali, “al fine di garantire a tutti i lavoratori di potere semplicemente continuare a lavorare.” Le organizzazioni sindacali indicono, quindi, una manifestazione nazionale per il 19 gennaio, con presidio al Mise, a partire dalle ore 10, aperta ai gruppi parlamentari.