Saranno oltre 10 mila le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati, che giovedì mattina dall’Emilia-Romagna parteciperanno alle manifestazioni promosse in occasione dello sciopero generale contro la manovra di bilancio. La delegazione romagnola della Cgil e la Uil Emilia-Romagna saranno presenti a Roma, mentre la delegazione emiliana della Cgil a Milano.

I dettagli della mobilitazione del 16 dicembre sono stati illustrati questa mattina in conferenza stampa dal segretario generale della Cgil Emilia-Romagna Luigi Giove e dal segretario generale della Uil Emilia-Romagna Giuliano Zignani. “Dal mondo del lavoro registriamo una grande voglia di partecipazione e una grande idea di mobilitazione. Lo sciopero di giovedì è solo una tappa, perché riteniamo che interventi strutturali e di sistema dovranno al più presto essere discussi e condivisi anche con le parti sociali. Con la manovra di bilancio purtroppo questo non è accaduto. Avevamo l’opportunità di ridurre le
disuguaglianze e ricucire le fratture nel nostro Paese, prodotte non solo dalla pandemia ma anche da una certa idea di società ed economia. E invece è stata un’occasione sprecata. Si ritorna indietro su tutto, su fisco, pensioni, giovani e donne, scuola, sanità e contrasto al precariato. Si potevano investire 33 miliardi in termini espansivi con equità e giustizia, ma così non è stato. Al confronto con il sindacato sono prevalsi gli equilibri interni alla maggioranza di governo”, attacca Giove.

“Le ragioni dello sciopero passano da tre esempi concreti: con la manovra di bilancio, le pensioni minime da 515,58 euro al mese passano a 524,34 euro al mese; l’assegno sociale da 460,28 a 468,10 al mese. E questo sarebbe un governo attento alle fasce deboli? Ne dubito, ecco perché questo sciopero è più che giustificato. Ci meraviglia quindi vedere tutti, destra o sinistra indifferentemente, uniti contro i lavoratori e i pensionati. I nostri pullman sono disposizione di quei partiti della sinistra che vi vogliono salire. Li portiamo noi a Roma. In una città come Bologna, tra le più progressiste d’Europa, ricordo che se questi partiti vogliono salire, abbiamo posti a disposizione. È inutile che vadano a parlare ai lavoratori e poi quando è il momento di fare le cose
che devono, non le fanno”, conclude Zignani.