Si scrive giustizia sociale, si legge lotta alla precarietà. Per Giuseppe Massafra, segretario nazionale della Cgil, lo sciopero generale del prossimo 16 dicembre vuole dare voce a tutte quelle fasce della popolazione più vulnerabili e, tra queste, in particolare ai giovani. È soprattutto a loro che guarda il sindacato quando boccia come insoddisfacente la manovra economica del governo Draghi. 

Perché i giovani saranno, in qualche misura, tra i protagonisti dello sciopero generale?
Perché la maggior parte dei giovani under 24 si ferma a una media di reddito che non supera i 16mila euro, quella per la quale l’effetto dei benefici del risparmio Irpef è inferiore e, pure allargando la platea della popolazione giovanile, restiamo dentro una forbice di reddito tendenzialmente basso, inserito nelle prime aliquote, e che, come abbiamo evidenziato, trarrà da queste misure minori vantaggi degli altri. La ricchezza, infatti, non viene redistribuita in maniera equa secondo il principio che imporrebbe che coloro che hanno meno possibilità e meno disponibilità siano i più avvantaggiati; al contrario, i più colpiti rischiano di essere proprio i giovani che vivono condizioni di precarietà, di instabilità lavorativa e di reddito inferiore.

E allora come mai il tema del contrasto alla precarietà non è stato ancora affrontato da nessuno?
Il problema è proprio questo. Manca un confronto su una riforma strutturale del mercato del lavoro capace di dare risposte sul fronte della precarietà che continua a essere dilagante e che, alimentata da due anni di pandemia, diventa sempre più una piaga. Da questo punto di vista la situazione, già precaria prima della crisi sanitaria, non ha fatto altro che peggiorare. Servono risposte sia sul lavoro che sulla previdenza. Non possiamo non discutere, ad esempio, di come si possa garantire un futuro previdenziale ai giovani che hanno per lo più lavori discontinui. Ma questo confronto ampio e articolato non ha mai avuto un vero spazio ed è stato, di volta in volta, rimandato.

Più che uno sciopero contro, quello del 16 dicembre sarà uno sciopero per? Per cosa Cgil e Uil scenderanno in piazza?
Innanzitutto per stimolare una partecipazione diffusa del Paese, e  poi perché i più fragili, giovani compresi, abbiano le risposte che finora sono mancate. L'obiettivo è cambiare il paradigma e affrontare la presa in carico delle condizioni di maggiore vulnerabilità come priorità al centro dell’agenda politica del governo.

Un discorso che vale anche per le diseguaglianze che dividono lo Stivale. In molti hanno definito questa manovra una manovra contro il Sud. 
In fondo è lo stesso ragionamento, perché questa manovra non va a colmare le disparità territoriali né i divari tra le condizioni di chi abita nelle aree più deprivate come quelle interne o il Mezzogiorno. Tra l'altro in queste realtà, le diseguaglianze si sommano e rischiano di lasciare indietro intere fasce di popolazione.