I segretari regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil Basilicata, hanno scritto al presidente della Regione, Vito Bardi, per sollecitare la convocazione di un tavolo permanente sulle questioni della digitalizzazione della regione per lo sviluppo del territorio e la tutela della sana e buona occupazione, anche in relazione a quanto sta avvenendo a livello nazionale, in seguito all’offerta pubblica di acquisto lanciata dal fondo speculativo Kkr su Tim. In Basilicata, l’azienda impiega circa 170 addetti diretti tra customer care, servizi amministrativi e tecnici, ai quali occorre aggiungere i customer care in outsourcing, le aziende che gestiscono gli appalti relativi alla manutenzione della rete e, in generale, tutti i servizi connessi, per un indotto stimato di circa un migliaio di lavoratori. 

"Preoccupa molto la posizione del Governo che si limita a 'osservare' con interesse la situazione. È evidente che si apre una fase molto delicata per Tim, con possibili impatti sull’occupazione che, in particolare in un territorio come quello lucano, sarebbe devastante. Tim negli anni ha perso centinaia di addetti in Basilicata, subendo un drastico ridimensionamento del presidio territoriale ridotto ormai al minimo. Esiste, poi, una questione, altrettanto importante, legata al futuro della regione per ciò che attiene gli aspetti della connettività, della infrastrutturazione digitale e dei servizi ad essa connessi.", sostengono i segretari generali di Slc, Fistel e Uilcom regionali, Anna Russelli, Antonio Caruso e Giovanni Letterelli.

"È evidente che il modo in cui verrà condotta l’operazione di realizzazione della rete di nuova generazione non sarà ininfluente per il futuro di una regione poco popolata, con un territorio ampio e mal connesso, che soffre di grave carenze strutturali, di una cultura digitale povera e poco diffusa, di un fenomeno accentuato di spopolamento e fuga dei giovani: una regione, insomma, decisamente “poco appetibile” per il mercato dal punto di vista degli investimenti per la realizzazione delle infrastrutture digitali e quindi dei servizi ad essa connessi", rilevano i tre esponenti delle sigle di categoria.

"Se si vuol superare davvero il digital divide e quindi evitare di generare o rafforzare alcune diseguaglianze, è necessaria una maggiore presenza dello Stato sul tema. L’esatto contrario del modello che il Governo si appresta a intraprendere con l’emissione di 'microbandi' per la realizzazione di pezzi di rete, che verranno costruiti da privati con fondi pubblici. Per questo motivo, auspichiamo il ritorno al progetto di rete unica: per non pregiudicare il futuro della regione e del Paese e per non rischiare gravi ripercussioni sui livelli occupazionali", proseguono i tre dirigenti sindacali.

"Per tutti questi motivi, abbiamo richiesto al presidente della Regione Basilicata l’apertura immediata di un tavolo permanente, a cui invitare tutti i soggetti interessati, anche al fine di ricostruire la situazione attuale del territorio rispetto alla dotazione di infrastrutture per la connettività. Il 30 novembre, dalle 10 alle 13, si terrà in piazza Mario Pagano a Potenza, davanti alla sede della Prefettura, un presidio dei lavoratori Tim della Basilicata, per sensibilizzare il Governo e le istituzioni su questioni che riguardano il futuro di mille lavoratori lucani e lo sviluppo della Regione stessa", concludono i tre sindacalisti.