"Dai primi dati pervenutici, possiamo affermare che oggi il sistema produttivo regionale abbia mostrato una buona tenuta di fronte alle problematiche poste dal Green Pass. Non ci risultano infatti situazioni di particolare criticità nelle principali aziende della regione". Inizia così la nota unitaria dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Friuli Venezia Giulia, Villiam Pezzetta, Alberto Monticco, Matteo Zorn, la regione cuore della protesta dei No Pass. Ieri (18 ottobre) gli occhi sono rimasti puntati sul porto di Trieste e poi su Piazza dell'Unità d'Italia dove è esploso il malcontento di chi non vuole rassegnarsi all'obbligo di esporre la carta verde per poter entrare sul posto di lavoro.

"Sui posti di lavoro - scrivono i sindacati confederali del territorio - si sono registrate assenze con punte che nei casi più gravi sono comprese tra il 10 e il 15% degli organici. Criticità che confermano come, in assenza di un obbligo istituito per legge, sarebbe stato preferibile un approccio più graduale, per evitare che un’impennata ingestibile nella richiesta di tamponi qual è quella che stiamo verificando in questi giorni ricadesse su lavoratori e imprese, come purtroppo sta avvenendo.

È un tema che abbiamo già sottoposto al Presidente Fedriga, chiedendogli da una parte di farsi portavoce di queste criticità nei confronti del Governo, dall’altro suggerendo e sollecitando una serie di interventi di carattere regionale. Altrettanto necessaria una veloce rivisitazione dei protocolli Covid sottoscritti lo scorso anno e a tal proposito l’ipotesi concreta di un incontro con Confindustria regionale per il prossimo mercoledì è un segnale positivo ed importante. Sarà quella la sede dove verificare tutte le possibili misure tese a garantire, come in passato, le migliori condizioni di sicurezza, indispensabili tanto per i lavoratori quanto per la continuità produttiva.

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Nello stesso tempo dobbiamo continuare a sensibilizzare sulla necessità che più persone possibili decidano di vaccinarsi per arrivare a quell’immunità che consentirà al sistema produttivo di poter gestire le proprie attività senza il timore di ulteriori chiusure o, ancor peggio, di nuovi lockdown.

Per quanto riguarda la vertenza dei portuali - scrivono Cgil Cisl e Uil Fvg - la mediazione delle organizzazioni confederali ha prodotto, come risultato sindacale, una soluzione sui tamponi che rappresenta una risposta solidaristica tra i lavoratori dello scalo, indicando una possibile soluzione per situazioni analoghe da adottare anche in altre realtà. Quanto ai fatti di Trieste, crediamo che il dialogo andrebbe sempre anteposto all’uso della forza. Quello che sta avvenendo in città a partire da questa mattina (ieri mattina, 18 ottobre) ci lascia sconcertati e con la prioritaria preoccupazione che tutto si possa concludere senza danni alle persone e senza un’escalation della tensione. Ferma restando la sacrosanta libertà di manifestare, auspichiamo che, soprattutto in vertenze così complesse, il metro del giudizio e del confronto resti l’unico possibile, senza esasperare situazioni e soprattutto senza creare scontri sociali di cui né i lavoratori, né la città, né il Paese hanno bisogno".

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