Venerdì 24 settembre hanno scioperato le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Monte dei Paschi di Siena, preoccupati per l'indeterminatezza del loro futuro lavorativo e per l’esclusione delle rappresentanze sindacali dalla trattativa in corso tra lo Stato azionista e Unicredit. A Milano, si è tenuto un presidio organizzato unitariamente da Fisac Cgil, First Cisl, Uilca Uil, Fabi e Unisin.  Al presidio era presente la segreteria nazionale Fisac in solidarietà con le lavoratrici e i lavoratori che non hanno alcuna responsabilità della crisi in cui versa la banca'più antica del mondo', ma che rischiano di pagarne ingiustamente il prezzo, aprendo un precedente grave e pericoloso per l'intera categoria. “Il ministero dell'Economia convochi subito le federazioni nazionali di categoria sulla vicenda di Banca Mps”, ha dichiarato Nino Baseotto, segretario generale Fisac.

Per quanto riguarda Bnl, le sigle di categoria il 14 settembre davanti a Palazzo Diamante, sede di Bnl/Bnpp, hanno manifestato per protestare contro il progetto di cessione di numerose lavorazioni e soprattutto di circa 900 lavoratori, con la chiusura di numerose agenzie su tutto il territorio nazionale. Tra azienda e sindacati. sono ormai quattro mesi che proseguono le tensioni in attesa di soluzioni per i lavoratori Bnl. 

Infine, il cda di Bper ha deliberato l’avvio di un percorso volto a dare attuazione di un ricambio generazionale e professionale, congiuntamente a una riduzione della forza lavoro del gruppo, per poter realizzare le linee guida che caratterizzeranno il futuro piano industriale 2022-24, attualmente in fase di definizione. Sono previste 1.700 uscite, entro il 2024, attraverso il Fondo di solidarietà, che consentiranno di ottimizzare la forza lavoro riducendo in modo strutturale gli oneri del personale. Alle uscite corrisponderanno anche dei nuovi ingressi ma il numero non viene indicato. La manovra che richiede una trattativa con il sindacato avrà un costo che la banca intende spesare nel bilancio dell’esercizio 2021 e quindi tempi rapidi.

"I bancari sono in agitazione tra uscite, esternalizzazioni, fusioni. Stipendi fermi, taglio dei posti di lavoro, cambiamento di mansioni oggi lavorare per una banca non suscita più invidia. Le banche si sono trasformate in veri e propri negozi dove si vendono prodotti finanziari e assicurativi. Ormai, la salute psico-fisica del bancario viene minata costantemente da obiettivi di vendita difficili da raggiungere, con scadenze impossibili da rispettare, che non tengono in considerazione le reali necessità del cliente.  Minacciando il lavoratore, anche in maniera subdola, di trasferimento, demansionamento, licenziamento e provocando sensi di colpa. Ci sono situazioni non più tollerabili che vanno fermate al più presto. I danni non ci saranno soltanto su chi lavora in banca, ma anche sulla clientela", denunciano Francesco Clerici, segretario generale Fisac Varese, e Stefano Parini, Rsa Bper Varese.