Due vite spezzate, due morti nel cantiere edile di località Barral a Gressan, piccolo comune del circondario del capoluogo regionale Aosta. Sandro Pepellin, 70 anni, impresario e il suo collaboratore Velio Dal Dosso, 51 anni, sono stati schiacciati da una lastra di cemento, materiale che stavano scaricando con una gru. Il fatto è accaduto nel pomeriggio di ieri, martedì 24 agosto. Sul posto sono intervenuti 118, carabinieri, vigili del fuoco e l'ispettorato del lavoro dell'Usl Valle d'Aosta. Trasportati all'ospedale regionale Parini da subito le loro condizioni sono apparse molto gravi. Pepelin è morto poco dopo il ricovero, mentre Del Dosso, in un primo momento in rianimazione, è spirato poi nella notte.

Le vittime erano impegnate nella costruzione di un bed & breakfast di proprietà di Pepelin, titolare anche dell'impresa edile. Il cantiere è stato sottoposto a sequestro, finché non si saranno concluse le indagini da parte delle autorità competenti. “Un colpo al cuore del lavoro", commenta la Fillea Cgil Valle d'Aosta: "Due vite spezzate. Una tragedia. Come sindacato non smetteremo mai di dire che la sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere messa sempre al primo posto. Non si può e non si deve morire di lavoro. È inaccettabile”.

Sul caso di Gressan arriva a stretto giro anche il commento del segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi, che in una nota rimarca come: “Il tragico e intollerabile stillicidio di infortuni gravi e morti sul lavoro non si ferma neanche in giorni di parziale chiusura delle attività. Invece di protestare da ultimo contro norme di civiltà volte a sfavorire le delocalizzazioni selvagge, Confindustria dovrebbe sostenere le richieste del sindacato e della Cgil per rendere operativa la patente a punti. Un sistema che premia le imprese serie e colpisce chi, in nome del profitto, mette tutti i giorni a rischio la vita dei lavoratori edili e non solo”. In conclusione Genovesi dice: “Bisognerebbe introdurre al più presto nel codice penale l'aggravante di omicidio sul lavoro”.