“Abbiamo finalmente sottoscritto il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del Tessile Abbigliamento. Il settore più importante della moda italiana che fa capo a marchi importantissimi che vanno da Armani a Valentino. Una filiera produttiva che riguarda oltre 400 mila lavoratrici e lavoratori". A parlare è la segretaria nazionale della Filctem Cgil, Sonia Paoloni. La dirigente sindacale ripercorre le difficoltà che il comparto ha dovuto affrontare nel corso dell'ultimo anno e mezzo a causa della pandemia.

"Il governo ha riconosciuto lo stato di crisi che il settore sta attraversando. Lo ha fatto attraverso l'apertura di un tavolo permanente che coinvolge tuttora i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, con la proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa covid fino al 31 ottobre prossimo. Nonostante queste difficoltà – sottolinea Paoloni – insieme alla controparte Smi (Sistema Moda Italia, l’associazione industriale di settore aderente a Confindustria Moda) siamo riusciti a garantire ai lavoratori aumenti salariali certi e senza verifica inflattiva.

Ma non si tratta delle uniche novità. A spiegarlo è Santina Camisani, delegata sindacale della Caruso - Fabbrica Sartoriale Italiana: "Sono state aggiunte nuove tutele per le lavoratrici. Nel nuovo contratto abbiamo inserito norme per contrastare le violenze di genere. Purtroppo nelle aziende sono numerosi i casi di violenze verbali o psicologiche, situazioni che generano pressioni per chi lavora". "E non è tutto – sottolinea Marco Bianchi, Rsu della E. Boselli di Como – le parti hanno dimostrato un impegno notevole per contrastare il fenomeno del dumping contrattuale lungo tutta la filiera di appalti e subappalti. Il dumping contrattuale – vale la pena ricordarlo – è un'offerta al ribasso utilizzando un contratto di lavoro cosiddetto pirata, firmato da sindacati e associazioni di dubbia rappresentatività, che danneggia chi lavora e crea concorrenza sleale tra le aziende.

Il nuovo contratto conferma tutte le tutele per i rappresentanti sindacali, come elemento di garanzia per mantenere un costante dialogo tra l'operaio e l'azienda. "In sostanza – conclude Paoloni – abbiamo dato un segnale importantissimo a tutto il mondo della moda e ai lavoratori italiani, dimostrando che anche in un momento di crisi, si può lavorare insieme per portare a casa risultati che possano tutelare sia gli addetti che le aziende per rilanciare il settore nel suo complesso".