Nuova settimana di scioperi dei metalmeccanici contro i licenziamenti nell'ambito della mobilitazione indetta a livello nazionale: "Il lavoro non si tocca". Oggi (26 luglio) sono scesi in campo le metalmeccaniche e i metalmeccanici della Provincia di Terni, della Raffineria Eni di Livorno, del polo petrolchimico di Priolo a Siracusa, dell'area industriale del Sarroch e di Macchiareddu a Cagliari e del polo industriale del Sulcis-Iglesiente. Da oggi, fino a venerdì 30 luglio, decine di aziende del polo industriale di Torino organizzeranno  scioperi nel territorio.

Mercoledì 28 luglio si sciopera in Basilicata nel territorio di Melfi, mentre nell'area di Potenza è in programma venerdì 30 luglio. Giovedì 29 luglio invece sarà la volta dei lavoratori dell'area di Avellino e del polo petrolchimico di Priolo a Siracusa.

Venerdì 30 luglio grande giornata di scioperi e iniziative di mobilitazione. Toccherà alle tute blu dell'Abruzzo nella Provincia di Teramo, della Campania a Napoli e a Salerno, della Sicilia a Palermo, della Lombardia nella Provincia di Bergamo, del Piemonte a Cuneo, e infine dell'Alto Adige a Bolzano. Si fermeranno sempre venerdì 30 luglio tutte le aziende metalmeccaniche delle Marche, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.

"Lo sblocco dei licenziamenti - spiega Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil - rischia di colpire l’insieme del mondo del lavoro, l’occupazione, il reddito dei lavoratori, e la tenuta industriale del Paese. Le ingenti risorse pubbliche messe a disposizione con il Pnrr vanno utilizzate per innovare il sistema produttivo del Paese, realizzare la transizione ecologica e digitale, dare soluzioni alle tante crisi aperte, creare nuova e stabile occupazione".

Occorre, per sindacalista, "anche riformare gli ammortizzatori sociali, renderli universali, ma anche vincolare le risorse pubbliche destinate alle imprese a precisi vincoli sociali a partire dalla difesa dell’occupazione, al superamento della precarietà lavorativa, alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Per tutte queste ragioni i metalmeccanici si stanno mobilitando. Gli scioperi proseguiranno finché non ci sarà una risposta dal governo".