La Sicilia rischia di restare fuori dalle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza per la lotta al sommerso. “Questo perché la Regione non solo non ha messo in campo misure proprie, a partire dai controlli, ma anche perché non ha recepito il decreto che istituisce l’ispettorato nazionale del lavoro (INL)”. Lo denuncia il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, che rileva come “il primo effetto del mancato recepimento del dl sarà quello di restare fuori dalle 2.000 assunzioni di ispettori previste nei prossimi mesi con l’obiettivo di incrementare le ispezioni”.

“La ‘ svista’ - osserva Mannino- è tanto grossolana da far maturare il sospetto che sia intenzionale, in ossequio a una strategia di deregolamentazione che il governo regionale sembra volere portare avanti. Ma non ci può essere ripresa – sottolinea Mannino- con il lavoro povero, sfruttato e senza regole”.  Mannino rileva che , “la Sicilia conta in tutto sì e no un centinaio di ispettori nonostante percentuali lavoro nero e irregolare già alte che rischiano di salire alle stelle in questa fase. Il sospetto è che il governo regionale invece di temere questo. conti proprio su questo”.

La lotta al sommerso è tema centrale per la Cgil, che ha svolto sull’argomento un pressing continuo sul governo regionale e gli organi preposti con iniziative di denuncia e di mobilitazione. “Ma il governo regionale è sordo, nonostante i tanti segnali provenienti dal mondo del lavoro che ha registrato anche una crescita degli incidenti, perché in condizioni di precariato e di irregolarità le prime a saltare sono le misure sulla sicurezza. La ripresa – conclude il segretario della Cgil - non si gioca sulla pelle dei lavoratori ed è per questo che se non ci sarà una inversione di rotta il livello dello scontro e della mobilitazione non può che salire”.